Il parere dei dirigenti «Non ci sono regole ma si pretende di avere buon senso»

La regola scritta, che vale per tutte le scuole, parla di «un abbigliamento decoroso, rispettoso dell’ambiente scolastico». Quella non scritta, ma che è oramai diventata consuetudine, pretende di evitare pantaloncini e gonne troppo corte, magliette troppo scollate: l’abbigliamento troppo casual può far storcere il naso ai professori e allora, a quel punto, scatta anche la nota.
È questa – a grandi linee – la posizione dei dirigenti scolastici di Udine sulla questione dress code a scuola all’indomani del caso che ha visto coinvolti tre studenti dello Stringher, intercettati e frenati all’ingresso per uno strappo di troppo sui jeans.
«Il problema dell’abbigliamento è sempre attuale – afferma Andrea Carletti, dirigente dell’Isis Malignani – perché il livello di tolleranza è opinabile: io trovo inaccettabile ciabatte e piedi nudi, pantaloni troppo corti, magliette con scritte provocatorie». Per quanto sia complicato intercettare tutti i comportamenti non in linea con il buon senso, «chi si veste in maniera in maniera poco consona è richiamato – aggiunge il dirigente – e se i comportamenti trasgressivi proseguono viene convocato con i genitori: i ragazzi devono capire che stare sui banchi di scuola non è come stare seduti sul divano di casa».
Il dirigente del liceo scientifico Marinelli, Stefano Stefanel, pretende buon senso. «Non ci sono regole particolari, certo, se un ragazzo si presenta con i pantaloni corti gli dico di non tornare con lo stesso abbigliamento il giorno successivo – afferma –. Ma se ne parla e si risolve: da parte degli studenti serve buon senso e decoro, da parte nostra c’è bisogno di tenere conto dei tempi che cambiano e così anche le mode».
Anche Gabriella Zanocco, preside del Percoto, crede sia necessario, su questo tema, un dialogo con gli studenti. «Piuttosto che imporre un determinato comportamento tramite circolari o regolamenti, credo sia necessario rivolgersi direttamente ai ragazzi per spiegare loro perché è necessario vestirsi con buon gusto in un contesto come quello scolastico» afferma la dirigente.
Dalle parti dell’educandato statale Uccellis è Francesca Battocletti, collaboratore del dirigente scolastico, a spiegare come funziona. «Chiediamo un abbigliamento adeguato al contesto scolastico, soprattutto in sede d’esame, ma non abbiamo mai avuto problemi con i ragazzi – afferma –. Sono molto rispettosi». L’obbligo di indossare la divisa per gli studenti del liceo non c’è più da alcuni anni, oggi capita che qualcuno indossi la felpa dell’Istituto. «L’educatore ha anche il compito di insegnare cosa è consono e cosa non lo è – afferma –. Inoltre all’inizio dell’anno facciamo un corso di bon ton, certo, senza tornare all’Ottocento, ma spiegando come è bene comportarsi, anche in mensa».
Anche al liceo classico Jacopo Stellini tutto fila liscio. Nessuno veste in modo trasandato né eccessivo. «I ragazzi sono diventati più educati e ubbidienti e non si presentano a scuola vestiti in modo inadatto. Forse è anche merito dei genitori che ci fanno più attenzione – spiega il dirigente, Luca Gervasutti, sottolineando come nel regolamento d’istituto si parli sono di “abbigliamento decoroso e rispettoso dell’ambiente scolastico –. I professori possono aver fatto notare che qualcosa era fuori posto ma non abbiamo mai messo una nota per questa ragione». –
Margherita Terasso
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