Il palazzo dell’hotel de la Poste diventato poi pizzeria Bella Capri

punti di vistaRacconta Tullio Chiussi nell’Agenda Storica di Gorizia 2017 di Stellio Raida, che il palazzo del “Municipio 2” di via Garibaldi «fu costruito nel 1876 sul fondo della casa Boschetti,...

punti di vista

Racconta Tullio Chiussi nell’Agenda Storica di Gorizia 2017 di Stellio Raida, che il palazzo del “Municipio 2” di via Garibaldi «fu costruito nel 1876 sul fondo della casa Boschetti, demolita, all’angolo della contrada del Teatro e quella dei Macelli (ora, via Morelli). Venne inaugurato nel 1878 (o 1879) dal proprietario Francesco Kramershitz e chiamato Hotel de la Poste per la vicinanza del palazzo delle Assicurazioni Generali dove pochi anni prima erano stati trasferiti i nuovi uffici del servizio postale della città. L’Hotel era collegato alla Ferrovia Meridionale (Stazione Centrale) con servizio di omnibus e, dal lato della via Morelli, era dotato di un bellissimo giardino, molto più tardi parzialmente occupato dall’edificio degli ex “Magazzini Standa”».

L’albergo ebbe grande notorietà nel 1883, quando in occasione dei funerali del conte di Chambord, nipote di Carlo X re di Francia sepolto alla Castagnavizza dopo la morte in esilio a Gorizia nel 1836, vi si radunarono i legittimisti francesi per la proclamazione del nuovo pretendente al trono, avvenimento ricordato da una lapide in marmo bianco, ornata dai tre gigli d’oro dei Borbone di Francia, ancora esistente nella sala d’ingresso.

L’hotel ebbe poi diversi proprietari o gestori: Maria Reinholds nata Leclerc, Giuseppe e Carolina Zaparka, Teodoro Gunkel che nel 1891 avrebbe inaugurato il Südbahn Hotel, l’attuale caserma Guella di piazza Battisti già palazzo della famiglia Mels-Colloredo. Seguirono Wenzel Rys con la moglie Elise e i figli che nel 1911 rinnovarono l’edificio, dovendo ripetere l’operazione dopo la Grande Guerra per i danni subiti dai bombardamenti.

Nel pieno della crisi economica seguita al crollo di Wall Street del ‘29, agli eredi Rys venne decretato fallimento nel 1933 e nel 1937 la proprietà va al creditore Istituto di Credito Fondiario del Friuli orientale in Gorizia, l’anno successivo incorporato alla Cassa di Risparmio con l’immobile acquistato da Giulio Copparoni «per 400.000 lire circa in cambiali» ricorda ancora Chiussi citando la vedova di Bruno Capparoni, figlio di Giulio, la «signora Angela (detta Ninì) Foglia» le quali «pagate in parte dopo la Seconda Guerra Mondiale e cioè dopo la svalutazione, risultarono un’inezia. Della stessa testimonianza, si rivela inoltre che il re d’Italia, Vittorio Emanuele III, non dimorò mai nell’Albergo», ma venne confuso con il figlio Principe Umberto, presente a Gorizia nel 1942 e ospite dell’hotel.

Sfrattato il ristorante Bella Capri dei fratelli Vanacore, in quegli anni le migliori pizze in città servite nell’elegante arredo di sapore marino progettato da Lucio Cerani, nel 1983 l’edificio venne acquistato dalla Cassa di Risparmio per diventare centro di calcolo della banca e con progetto del geometra Giuliano Ballaben sottoposto a una ristrutturazione che ne conservò i soli muri maestri, venendo infine ceduto al Comune nel 2003 per trasferirvi alcuni uffici: nel ristorante Belle Époque di Wenzel Rys, dove campeggiava la monumentale stufa in ceramica, oggi si trova la Sala Dora Bassi.

Diego Kuzmin



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