Il nonno pilota dice addio alla Cividale-Castelmonte

Alla soglia degli 88 anni Graziano Fantini domenica farà da spettatore alla corsa. Ripristinò la cronoscalata dopo 17 anni di stop. «È la legge, per i medici sono ok»

CIVIDALE. Qualche timido barlume di speranza gli resta, ma «la carta d’identità detta legge» e dunque «salvo miracolose deroghe» concesse sulla base del suo eccellente stato di salute dovrà rassegnarsi al ritiro dalle scene.

Graziano Fantini, pilota con una miriade di gare automobilistiche alle spalle e con il grande vanto di essere il “padre rifondatore” della celebre cronoscalata Cividale-Castelmonte, una delle sfide in salita più vecchie d’Italia, quest’anno non potrà competere.

Fino alla scorsa edizione l’ha fatto e con successo, in barba alle allora 86 primavere, ora 87 (e a brevissimo 88: il compleanno è vicino): «Stavolta invece niente, a quanto pare – commenta avvilito –, perché è subentrata una norma che vieta agli 80enni di iscriversi. Peccato, perché tutti gli accertamenti medici che ho eseguito sono andati benone».



E così il “papà” della Cividale-Castemonte, che l’ha organizzata in prima persona, da presidente della Scuderia Red White, per 12 anni e alla quale ha partecipato una quindicina di volte, nella categoria auto storiche, domenica (data della corsa) cambierà ruolo: da protagonista a spettatore.

Pesa, non lo nega. «Ma tant’è. E ora che mi accomiato – dice – non posso non rivivere la tortuosa avventura della rinascita della cronoscalata, partita nel 1959, ma poi sospesa, dopo qualche edizione, per pericolosità del tracciato. Riuscimmo a ripristinarla, con immani fatiche, dopo 17 anni di stop. Ci fu chi di fronte alle mie insistenze mi disse “Caro Fantini, su per quella strada non farai correre neanche le galline”. E invece...».

Invece chi la dura la vince, si sa. «Ricordo ancora – rievoca il pilota – l’emozione che provai nel vedere il piazzale di Castelmonte gremito di auto: mi vennero le lacrime agli occhi pensando alla fatica fatta per ottenere quel risultato. Fu il merito di un lavoro di squadra: determinanti risultarono i contributi dell’allora presidente della Provincia di Udine, Giovanni Pelizzo, dell’onorevole Giorgio Santuz e del presidente della Banca popolare di Cividale, Lorenzo Pelizzo, che si fecero carico, rispettivamente, delle opere di messa in sicurezza dell’arteria, delle necessarie autorizzazioni e delle spese per l’organizzazione dell’evento».



«Ringrazio – aggiunge Fantini – il mio “maestro”, Roberto Cainero, il padre guardiano del santuario di Castelmonte, Gianantonio Campagnolo, per l’ospitalità che ci concede, e naturalmente il presidente della Red White, Mauro Zampaurutti, che con la sua famiglia cura l’organizzazione di questa prestigiosa competizione».

Agli annali, ricorda Fantini, resta un’edizione dei primi anni Ottanta: «Fummo premiati a Monza come la gara automobilistica con più concorrenti d’Italia: ben 340». Centotrenta invece, nell’arco di una vita, le prove in cui questo “nonno-pilota” (già titolare di un’autofficina nella città ducale) si è cimentato: «Rigorosamente in salita», precisa.

Una sola l’esperienza in pista: «Ero partito bene, in terza posizione, ma il bilancio è stato pessimo. I due veicoli che mi precedevano hanno avuto un incidente poco dopo lo start: io, così, mi sono trovato a passare sui frammenti prodotti dall’impatto. Mezzo km dopo anche la mia macchina si è fermata».

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto