Il «no» alla messa sorprende gli ex dello Stellini

UDINE. Giuseppe Santoro passerà alla storia per essere il preside che ha cancellato la tradizionale messa di Natale dello Stellini, quella che da quarant’anni a questa parte si celebrava nell’ultima ora dell’ultimo giorno di scuola, prima delle vacanze. È vero, Santoro non fa altro che rispettare una legge (norma che vieta queste discipline durante l’orario scolastico), ma è altrettanto vero che quella norma non è di oggi. C’è sempre stata.
Ecco perché la decisione di Santoro non convince, neppure i laici. Sorprende perché arriva da un’ex sindacalista: uno che per anni ha lottato anche contro la burocrazia oggi cede allo stesso “nemico”. Sbalordisce perché, per molti, l’istituto Jacopo Stellini è sinonimo di “spiriti liberi”.
L’associazione degli Stelliniani più di tanto non si sbilancia, ma è palese che non la pensa come il preside: «Lo so che Santoro deve fare i conti con ragioni burocratiche e amministrative – spiega la presidente ed ex professoressa, Elettra Patti –, ma io sono per le tradizioni».
L’avvocato Andrea Purinan, segretario della stessa associazione e direttore editoriale de La Voce degli Stelliniani sposta il tiro: «Premesso che sono cattolico osservante, credo che il dito vada puntato contro la legge e non contro il preside, persona ragionevole e sensibile. Se ci fosse una norma chiara non saremmo in questa situazione. È vero, sarebbe meglio celebrare quella messa durante l’orario scolastico, e non soltanto allo Stellini; è vero si è sempre fatto in deroga, ma se oggi la messa è stata spostata al pomeriggio la colpa è del legislatore. È un po’ lo stesso problema del crocefisso. Forse – conclude Purinan – la decisione di Santoro vuole essere provocatoria».
Forse. E forse, a proposito di crocefisso e provocazioni, l’unico che può “salvare” la messa dello Stellini è il segretario federale della Lega Nord, Matteo Salvini, difensore del crocefisso nelle scuole e acerrimo nemico del preside dell’Istituto De Amicis di Bergamo che, nei giorni scorsi, ha vietato il presepe (Salvini si è presentato a scuola).
Non a caso, ieri, il tormentone nei corridoi del liceo classico era proprio questo: «Aspettiamo Salvini». Battuta che avrebbe fatto lo stesso Santoro.
«Sono sorpreso – attacca un altro stelliniano doc, Gabriele Renzulli, deputato, ex assessore regionale alla Sanità e attuale presidente de La Quiete –. Che io sia laico non c’è dubbio, ma la scelta di Santoro mi lascia perplesso. Quella messa si è sempre fatta aldilà delle norme. Lo Stellini è sempre stato una palestra di libertà e di spiriti liberi; una scuola contraddistinta da un afflato di grande generosità. Questa situazione è l’esatto opposto. Per me, cresciuto alla scuola del professor (ed ex preside) Alessandro Vigevani tutto questo è incomprensibile».
Pasquale D’Avolio è stato preside dello Stellini dal 1994 al 2002. «Il problema esisteva già prima. Anche l’anno scorso, per esempio, quando Santoro ha fatto comunque celebrare la messa. Non ho mai ritenuto di creare discontinuità: stiamo parlando di una tradizione quarantennale che tra l’altro coinvolge un coro. Dirò di più: nessuno era obbligato a venire a messa; c’era chi tornava a casa. In alcuni casi, restando nei limiti del buon senso, bisogna andare oltre le norme. Quell’ora o due dedicate al rito religioso non sono perse; non sono tolte alle lezioni. Comprendo la posizione del preside; è un ex sindacalista e le norme le conosce a menadito, ma avrei fatto un’altra scelta: il buon senso ha sempre avuto la meglio sugli aspetti giuridici».
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