Il nipote di Visconti agli studenti udinesi: "Vi svelo il segreto per fare il regista"

UDINE. «Un ribelle e un provocatore che amava stupire gli altri».
Così il nipote di Luchino Visconti, Luchino Gastel, ricorda lo zio a 40 anni dalla morte. Quello zio cui Gastel deve il nome (fu suo padrino di battesimo) e l’ispirazione, perché anche Gastel è un affermato regista. Per la prima volta a Udine, ieri, ha scoperto il frico e la gubana, ma soprattutto ha tenuto una lectio magistralis al liceo artistico Sello, davanti ai ragazzi delle classi quarte e quinte dell’indirizzo Audiovisivo e multimediale che sono rimasti affascinati per due ore e mezzo.
Una mattinata d’eccezione, con fotografie e frammenti di film, in cui Gastel ha voluto tracciare, attingendo dai propri inesauribili ricordi familiari, un ritratto umano e professionale del regista Luchino Visconti.
«Attraverso la sua affabile e partecipe narrazione, gli studenti delle classi quarte e quinte dell’indirizzo Audiovisivo e multimediale hanno avuto modo di conoscere meglio uno degli autori più raffinati e prestigiosi del cinema italiano – ha spiegato la dirigente, Rossella Rizzatto –. Durante l’incontro, Luchino Gastel non solo è stato coinvolgente narratore di tanti eventi brillanti e drammatici della vita e dell’attività artistica di Luchino Visconti, ma è stato anche prodigo di suggerimenti nei confronti di quegli studenti desiderosi di intraprendere professionalmente l’attività nella regia o nella fotografia per il cinema».
Prima regola per fare il regista? «Partire dal basso», assicura Gastel. «E poi proponete. Proponete migliaia di idee – aggiunge –. Un altro consiglio: non ci si può occupare mai di un solo progetto, ma averne uno diverso dall’altro, magari centinaia per fare dieci spettacoli.
Esattamente come ha fatto mio zio che ha dedicato gran parte della vita al lavoro fino a consumarsi come una candela. È mancato, per un ictus, quando aveva 69 anni. Ma è riuscito a dare vita a 44 opere di teatro drammatico di cui 24 prime per l’Italia, 20 film e 20 opere liriche».
Gastel è stato assistente alla regia di Visconti in Ludwig (film del 1973) e di Franco Zeffirelli. E ricorda bene quello zio all’avanguardia. «Nasce nel 1906 quindi è ancora un uomo dell’Ottocento – sottolinea Gastel –, con un’educazione ottocentesca.
Ma la sua grandezza sta nell’avere superato tutto questo, proponendo al grande pubblico lirica, teatro drammatico e cinema, dando il proprio contributo di grande modernità in tutti gli ambienti». Luchino Visconti aveva una mamma concertista, il nonno materno vendeva pianoforti ed erano cugini dei Ricordi, l’editore di Verdi e Puccini.
«In casa Erba non si faceva che vedere musicisti scrittori e librettisti - sono ancora la parole di Gastel -, in più i Visconti ricevevano grandi artisti per cui i suoi due binari principali sono la musica e il teatro e l’opera. Ebbe un’educazione molto dura, basti pensare che in casa i maschi non potevano utilizzare le scale, dovevano salire e scendere arrampicandosi alla fune».
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