Il monito dell’arcivescovo: no al mercato del sangue

L’intervento di monsignor Mazzocato al congresso dei donatori di sangue  L’assessore regionale Riccardi: «La nostra esperienza del dono va difesa» 



Innanzitutto ribadire con forza la gratuità di un gesto che salva la vita, a fronte di chi fa ignobilmente diventare il dono una merce da vendere, ultima disumana pratica per fare business. Ma anche, tornando alla più piccola realtà friulana, ringiovanire le fila di donatori, instillando nelle giovani generazioni il valore del donare, e dare la possibilità a tutti di farlo, consentendo un più snello accesso ai centri trasfusionali. Sono le insistenti necessità richiamate nel corso del 61° congresso provinciale dei donatori di sangue, che si è tenuto ieri a Martignacco. Oltre 2.200 persone presenti, in 1.200 hanno preso parte alla cerimonia di consegna delle benemerenze - 261 hanno ricevuto il “Distintivo d’oro”, 148 la “Targa d’argento con pellicano d’oro” e 63 Gocce d’oro - nel palazzetto Atleti Azzurri d’Italia. Dopo il corteo – colorato di oltre 200 labari rossi – nella chiesa si è tenuta la messa, celebrata dall’arcivescovo Andrea Bruno Mazzocato. Ringraziati i donatori («il vostro sangue, donato con un atto semplice e silenzioso, giunge al cuore di un fratello e lo aiuta a battere, a ritrovare il ritmo della vita») è stato proprio Mazzocato a sollevare la preoccupazione: «La donazione di sangue è diventata un mercato – ha affermato -. Se si rendesse necessario anche tra noi vendere e comprare il sangue sarebbe una triste e dolorosa sconfitta».

Parole a cui il presidente nazionale Fidas, Aldo Ozino Calligaris, ha fatto eco. «Il valore della donazione non ha prezzo, così come la vita. Con il plasma è possibile realizzare un collirio che cura la congiuntivite lignea, di cui sono affette solo 7 o 8 persone: il senso è questo, non ha importanza il numero di malati, senza il dono del sangue queste persone sarebbero cieche – ha sostenuto -. Ci presenteremo al Consiglio d’Europa per ribadire che qualunque dono di materiale biologico non può essere oggetto di mercato e scambio di soldi».

Ha rimarcato il suo “no” al mercato del sangue anche il vicepresidente della Regione, Riccardi Riccardi: «Se esistono Paesi in cui la preziosa risorsa diventa merce da comprare e vendere, dobbiamo interrogarci e contrapporre la nostra straordinaria esperienza del dono che va difesa». L’assessore alla Salute ha quindi elogiato i donatori, «noi continueremo ad impegnarci per trovare soluzioni anche sulla necessità di rimodulare gli orari dei centri trasfusionali per venire incontro alle esigenze dei lavoratori-donatori» ha promesso.

Erano stati il presidente della sezione Afds di Martignacco, Mauro Rosso, e il sindaco di Martignacco, Gianluca Casali, a dare il benvenuto ai congressisti. «Il valore del dono è espressione di civiltà condivisa – ha affermato il presidente provinciale Roberto Flora – e ora è tempo che i giovani prendano il testimone, l’Afds ne ha bisogno per garantire continuità». Il presidente ha chiesto che «non si chiudano le porte ai donatori, offrendo orari più flessibili e l’accesso libero ai prelievi di domenica». Un primo risultato è già stato ottenuto: dal 22 settembre inizieranno i prelievi di plasma a Udine. Il 62° congresso si terrà il 13 settembre 2020 a Lestizza dove l’organizzazione verrà gestita dalle quattro giovanissime sezioni di Lestizza, Santa Maria di Lestizza, Sclaunicco e Nespoledo - Villacaccia. Il motto è “Uniti nel dono”. —





Riproduzione riservata © Messaggero Veneto