Il Miotto riapre, nuova sala da 369 posti

Spilimbergo, sabato taglio del nastro dopo la riqualificazione. La struttura è del Comune dal 2009
SPILIMBERGO. Un nuovo foyer e un nuovo palcoscenico, nuovi arredi e nuovi camerini, 369 posti a sedere e caratteristiche architettoniche che ne fanno uno spazio polifunzionale pronto ad ospitare eventi culturali, sociali, ricreativi, convegni, conferenze, proiezioni cinematografiche. Una sala riqualificata senza intaccare la sua preziosa storicità. Dopo oltre un anno e mezzo di chiusura, terminati i lavori di ristrutturazione, lo storico cinema teatro Miotto, oggi di proprietà comunale, è pronto a riaccendere i riflettori e ad accogliere il suo pubblico. Sabato, alle 18, taglio del nastro nella sala di viale Barbacane, al termine dei lavori di riqualificazione.


Il Miotto quest’anno ha spento l’ottantesima candelina. Era il 17 gennaio 1937 quando Angelo Miotto inaugurò quello che per l’epoca era considerato il più moderno e tecnicamente avanzato cinema-teatro dell’allora provincia di Udine. Una passione che finì per contagiare il figlio Franco (scomparso nel gennaio di due anni fa) il quale per decenni, assieme alla moglie Maria Luisa (Marisa), aveva gestito la sala. Il palcoscenico spilimberghese è stato calcato da alcuni fra i più famosi attori del Novecento: da Cervi a Gassman, da Buazzelli a Randone, da Bosetti a Peppino De Filippo. Sono stati proiettati migliaia di film, senza dimenticare i mitici veglioni. Una passione quella di Franco Miotto, mai sopita, sino alla decisione d’affrontare la sfida lanciata nel terzo millennio dall’avvento dei multisala, cedendo la struttura al Comune il 24 aprile 2009, dopo tre anni di chiusura.


Nella primavera del 2009 il Comune e Franco Miotto siglano il passaggio di proprietà. Costo dell’operazione un milione 620 mila euro, finanziato con un contributo della Regione, cui vanno aggiunti altri 200 mila euro per l’acquisizione del locale adibito a bar-pizzeria. Si pensava che il 2013 potesse essere l’anno buono per l’avvio della ristrutturazione, salvo lo stop imposto dal patto di stabilità. Per l’avvio della riqualificazione ci sono voluti altri tre anni, visto che i lavori del primo lotto – su progetto degli architetti Ado Furlan e Vittorio Perini e finanziato per un milione 150 mila euro – erano stati avviati nella primavera del 2016. Il cantiere ha interessato il solo edificio esistente, in modo da renderlo più funzionale.


Accordato un nuovo finanziamento dalla Regione al Comune per 313 mila euro, è stato realizzato anche un secondo lotto di lavori, del costo complessivo di 355 mila. Ha riguardato la fornitura delle strutture di scena e degli arredi di sala, oltre all’acquisto di un nuovo proiettore digitale che consentirà, a partire da gennaio, di restituire all’affezionato pubblico dei cinefili il consueto appuntamento con i film d’essai del mercoledì.


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