Il medico e i martiri Sfriso simboli della Resistenza

SACILE. A 70 anni dalla Liberazione Sacile ricorderà venerdì prossimo, 17 aprile, Marco Meneghini e i Martiri Sfriso. L’appuntamento è fissato per le 17.30 presso in monumento eretto in via Cavour...

SACILE. A 70 anni dalla Liberazione Sacile ricorderà venerdì prossimo, 17 aprile, Marco Meneghini e i Martiri Sfriso. L’appuntamento è fissato per le 17.30 presso in monumento eretto in via Cavour (vicino al monumento ai Caduti) in memoria del dottor Meneghini per una commemorazione con parole e musica. L’iniziativa è promossa dall’Anpi mandamentale.

Il medico. Marco Antonio Meneghini, nato il 14 giugno 1887, era originario di Vicenza. Arrivò a Sacile nel 1923 avendo vinto il primariato di Medicina in ospedale, di cui divenne anche direttore sanitario. Nella fase conclusiva del secondo conflitto mondiale Meneghini, che non si iscrisse mai al partito fascista, aderì alla Resistenza. Il 16 aprile 1945 i tedeschi trascinarono fuori dall’ospedale il primario, accusato di aver curato partigiani feriti, e lo fucilarono nei pressi del monumento ai Caduti dove è stata successivamente eretta una stele a ricordo. A guerra conclusa vennero svolte indagini sui responsabili dell’assassinio. I carabinieri scoprirono che il dottor Meneghini fu ucciso da un militare tedesco e che a denunciare il medico ai nazisti, con l’accusa di aver curato alcuni partigiani, era stato Arturo Bonomi, commissario prefettizio del Comune di Brugnera, nominato nel febbraio del 1945 anche commissario politico del Fascio repubblicano di Sacile. Bonomi, che a guerra finita si eclissò (forse all’estero), aveva denunciato pure altre quattro persone che fuggirono in tempo perché avvertite dai carabinieri di Sacile. La città ha voluto ricordare Marco Antonio Meneghini intitolando al suo nome una via e un padiglione dell’ospedale.

I martiri. Il 17 aprile 1945, invece, tra Sacile e Brugnera, da una casetta di campagna dove erano sfollati per sfuggire ai bombardamenti, furono prelevati e uccisi dai tedeschi, forse su delazione, Fioravante Furlanetto (47 anni), Ermanno Sfriso (22), Anna Tomasella (21), Celeste Trevisiol in Sfriso (48 anni), tutti residenti a Sacile. Il Comune di Sacile ha voluto ricordare queste figure intitolando a quelli che furono definiti Martiri Sfriso una via e a Ermanno Sfriso, in particolare, il campo sportivo di calcio che si trova nella stessa strada.

Il campione. Tra i componenti del Cln di Sacile, presieduto dall’avvocato Pier Giuseppe Piccin, c’era anche il campione del pedale Giovanni Micheletto, vincitore al Giro d’Italia ed al Tour de France nonché di classiche nazionali e internazionali nel periodo 1909-1913. Micheletto, infatti, aderì alla Resistenza e fece parte del Cln sacilese. A guerra finita ricoprì la carica di presidente del consiglio di amministrazione dell’ospedale dal 1946 (quando subentrò a Francesco Candiani) al 1958, anno in cui morì. Micheletto gestì per dodici anni l’ospedale con fervore progettuale e organizzativo, rinnovandone il volto. Le amministrazione Micheletto, infatti, realizzarono un piano organico di rilancio e sviluppo del nosocomio adeguandolo alle mutate esigenze sanitarie ed ai nuovi indirizzi terapeutici. «L’ospedale di Sacile ha rinnovato il suo volto”: con questo titolo il Messaggero Veneto nel 1958 riferiva della impegnativa e radicale opera di rinnovamento intrapresa da qualche anno per conferire alla struttura un «aspetto moderno e consono alle esigenze attuali».

Campione, dunque, nella vita oltre che nello sport Giovanni Micheletto detto “Nane” ma anche “il Conte” per i suoi modi educati in cui si distingueva in questo sport allora agli albori. (m.mo.)

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