Il maresciallo Spanò vittima del coronavirus

Aveva 68 anni: è stato anche comandante del nucleo dei carabinieri alla Banca d'Italia di Udine

SAN LEONARDO.  Il coronavirus si è portato via, all’età di 68 anni, il maresciallo dei carabinieri Michelangelo Spanò, figura molto conosciuta nel territorio valligiano, in particolare, per essere stato il comandante della stazione dell’Arma a Clodig di Grimacco. Residente a San Leonardo, il sottufficiale aveva contratto il Covid qualche settimana fa.

Dopo alcuni giorni trascorsi senza particolari problemi le sue condizioni si erano aggravate, imponendo il ricovero nel reparto di malattie infettive dell’ospedale di Udine. Era il 6 dicembre. Sembrava che la situazione stesse gradualmente migliorando quando invece, il giorno 13, il quadro clinico si è appesantito: «Ho ricevuto l’ultima telefonata di papà prima del suo ingresso in terapia intensiva. Domenica 20 dicembre ci ha lasciato», racconta straziato il figlio Antonio (a sua volta in forza all’Arma, a Udine), che tiene a portare questa testimonianza a riprova delle insidie e dell’imprevedibilità di un virus capace di minare anche fisici giovani e sani. Anche la moglie di Michelangelo Spanò, dipendente della Casa per anziani di Cividale, è risultata positiva al virus.


Spanò avrebbe compiuto 69 anni fra circa un mese, il 25 gennaio. Originario di un paesino dell’Aspromonte, si era arruolato giovanissimo, ad appena 17 anni: il suo lavoro lo ha fatto girare per tutta Italia – prestò servizio durante i moti di Reggio Calabria, a inizio anni Settanta, poi fu in Sicilia, in seguito a Roma –, fino a destinarlo al Friuli Venezia Giulia, dove arrivò nel 1981 dal nucleo radiomobile di Busto Arsizio. Con il grado di brigadiere assunse il comando della stazione di Clodig, retta per tutti gli anni Ottanta. In quel periodo, ormai divenuto maresciallo, fu assegnato al nucleo scorte carabinieri Banca d’Italia, a Piacenza; riuscì poi a ottenere il trasferimento in Friuli, per ricongiungersi alla famiglia, che vi era rimasta in quanto la consorte del maresciallo aveva trovato lavoro in loco.


Dal ’95 al ’97 guidò il Comando carabinieri Banca d’Italia a Udine. E proprio nel capoluogo friulano, un paio d’anni fa, aveva ritirato una medaglia alla memoria di suo padre Antonio, che durante la seconda guerra mondiale aveva subito il dramma dell’internamento militare in uno Stalag nazista.


Stimatissimo dai colleghi («Alcuni di loro – racconta riconoscente il figlio – mi hanno chiamato per farci le condoglianze, nonostante fossero passati 40 anni da quando avevano prestato servizio con mio padre»), Michelangelo Spanò ha diviso la propria vita tra la professione, nella quale ha sempre profuso il massimo impegno, e la famiglia, cui era legatissimo. Di lui, «che aveva l’Arma nel cuore», resta un ricordo splendido: «Un uomo tutto d’un pezzo, persona amabile e socievole, pronta a dare una mano a chiunque ne avesse bisogno», dice chi l’ha conosciuto.

Tra di essi il sindaco di San Leonardo, Antonio Comugnaro, che ne parla con toni di ammirazione e che esprime ai familiari il cordoglio e la profonda vicinanza dell’amministrazione e dell’intera comunità, che piange il suo primo morto per Covid. I funerali del maresciallo, che lascia la moglie Michelina, il figlio e gli adorati nipoti, saranno celebrati questo pomeriggio alle 15 nella chiesa del Sacro Cuore a Merso di Sopra.

Anche Cividale, però, ha detto addio a un ex militare, andatosene per la stessa ragione: a tumulazione avvenuta è stata diffusa la notizia della morte, a 83 anni, del maresciallo maggiore dell’Esercito Silvano Mosconi, figura distintasi anche per l’impegno nell’ambito dello sport, come attesta il conferimento, da parte del Coni, della prestigiosa Stella di Bronzo al Merito Sportivo: per lunghi anni era stato segretario dell’allora Cividalese Calcio. Lascia la moglie Fernanda, i figli Enrico, Giovanni e Giuseppina, e gli affezionati nipoti.

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