Il made pordenonese nel mondo, Ground Zero “risorge” con la Cimolai

PORDENONE. «Arrivare a New York e trovarci il made in Italy, o meglio, il made in Pordenone: è come sentirsi a casa». Hanno avuto decine di contatti, sui social network, le foto postate da una turista pordenonese negli Stati Uniti.
Immortalano la superstazione di metropolitana e treni, a Ground Zero, alla cui costruzione ha contribuito Cimolai spa – l’azienda di carpenteria metallica fondata nel 1949 da Armando Cimolai e oggi guidata dal figlio Luigi – leader in Europa e tra i primi posti al mondo.
Sono passati 14 anni, dall’11 settembre, e su quel grande “piazzale” che fu di morte per mano del terrorismo, è tornata la vita. E questo non solo grazie a imprese nordamericane di emigrati friulani.
La Cimolai è stata impegnata in un altro lavoro di grande prestigio, dopo gli stadi di Atene e Cardiff, per citarne solo due, ovvero la realizzazione del maxi snodo dei trasporti a Ground Zero. Una sorta di super stazione di metropolitana e treni, dove transitano ogni giorno 250 mila viaggiatori.
Cimolai spa ha lavorato sul progetto di un famoso architetto come Santiago Calatrava che ha disegnato l’edificio, un intreccio di vetro e acciaio, tutto dipinto di bianco, che è stato chiamato “Oculus”.
La spa di Pordenone ha realizzato i pezzi necessari a costruire la spettacolare architettura del nuovo hub dei trasporti del World trade center di New York.
Una stazione che punta a migliorare i collegamenti di massa-transito in tutta la regione. Progettato da Santiago Calatrava, l’hub sorge tra le torri 2 e 3, la struttura è alta circa cinquanta metri ed è in vetro e acciaio con delle “ali” che permettono alla luce di attraversare le piattaforme ferroviarie sino a sessanta metri sotto il livello della strada.
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