Il linguaggio di Mauro de Candiaillumina la danza d’avanguardia
Si è aperto all’insegna del Made in Italy BolzanoDanza che offre ogni anno novità e creazioni in linea con i linguaggi d’avanguardia in un percorso che è cominciato con le coreografie di Mauro de Candia.

BOLZANO.
Si è aperto all’insegna del Made in Italy il 26° festival
BolzanoDanza
ideato e diretto da Manfred Schweigkofler. Appuntamento di successo con pubblico e artisti internazionali, il Festival offre ogni anno novità e creazioni in linea con i linguaggi d’avanguardia. Un percorso, quello del 2010, che si addentra tra gli autori italiani più in vista, protagonisti di prestigiose collaborazioni, a capo di gruppi d’autore necessari a consolidarne identità e peculiarità artistiche.
Sotto una pioggia di piume, incorniciato da un raffinato light-design, il coreografo pugliese Mauro de Candia ha proposto il debutto del suo
Private garden
, lirico assolo di questo danzatore già attivo ad Hannover, direttore della compagnia Pneuma e protagonista di una serata che ne ha evidenziato la versatilità e le capacità coreografiche.
Illuminato e oscurato secondo una precisa regia, de Candia converte stati d’animo struggenti e conflittuali verso una danza plastica e puntuta, inizialmente di schiena, circoscritta, poi sempre più articolata e ampia. Veicolato dalla musica emozionale e corrosiva di Philip Glass, il corpo stretto da un bustino nero rivela l’inquietante e sensuale nudità di spalle e braccia che raccontano, nel loro spiegarsi a fendere lo spazio, un mondo di suggestioni, paure e desideri.
Più scontato sul versante concettuale
Stillness of empty move
, secondo lavoro di de Candia, in prima italiana, creato per due coppie, i bravi solisti del Royal Ballet of Flanders, che interagiscono con la partitura di Helmut Lachermann muovendo microfoni sospesi a diverse altezze dal suolo e materiali scenici nello spazio non allestito. Succede così che il corpo s’infili tra le fessure del tappeto danza, per sparire, compattandolo poi in “strutture” dalle forme frastagliate, illuminate, complici di un ambiguo gioco di ombre.
Ovazioni per il terzo brano,
Kazimir’s Colours
, un piccolo regalo del suo autore Mauro Bigonzetti al giovane de Candia, quale simbolico passaggio di esperienze e sapere coreografico. Il duetto, è reso ipnotico dalla presenza scenica e dalla qualità tecnico-esecutiva dei due interpreti, provenienti dal Balletto di Stoccarda: Elizabeth Mason e Marijn Rademaker. Ispirato al pittore russo Kazimir Malevic, il brano - estrapolato da un lavoro compiuto e creato proprio per la compagnia tedesca - combina passaggi articolati e figure plastiche all’armonia cromatica e alla valenza espressiva della musica di Sostakovic.
Conclude
Indigo Mood
, una coproduzione di BolzanoDanza su collage di ritmi jazz e latino-americani (Caiola, Swan, Elliot, Wood e King Kole), creata da de Candia per sei danzatori dello Staatsballett di Berlino. Il corpo, impostato, mosso per figure e pose è una miscela di divertimento e humor. Uomini e donne in costumi da mare, mimica facciale da cartoon, vengono risucchiati dalla danza che passa da un travolgente cha cha (“solo” originale e pieno di verve dell’italiano Federico Spallitta) a un tango-marionetta; chiude l’intramontabile
Unforgetable
.
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