Il lento tramonto dei cotonifici

Nel Novecento impiegavano 12.000 operai, oggi sono abbandonati. La crisi ha bloccato tutti i progetti

di Stefano Polzot

Se c’erano dei luoghi, nel Novecento, dove la vocazione produttiva di Pordenone si concentrava erano i cotonifici. Le strutture di Borgomeduna, Torre e Rorai sono arrivate a impiegare fino a 12 mila persone, la gran parte delle quali donne. Oggi di questi reperti di archeologia industriale restano i muri, sempre più scrostati, gli spazi esterni, aggredati dalle erbacce, e i locali che stanno cadendo a pezzi. La città incompiuta è in primo luogo quella che non ha memoria del proprio passato. Scelte sbagliate nei decenni scorsi hanno posto nel limbo i cotonifici e ora la crisi del mercato immobiliare ha defitivamente bloccato ogni possibilità di riutilizzo.

Anche l’ipotesi più concreta, quella che riguardava l’Olcese Veneziano di Torre, è in stallo. Due anni fa il consiglio comunale aveva approvato il piano attuativo 37 di ristrutturazione dell’immobile. La proprietà potrebbe in qualsiasi momento firmare la convenzione e dare il via ai lavori, ma le condizioni di mercato invitano a soprassedere. Una sospensione legata anche al blocco dell’investimento pubblico. Non ci sono fondi, infatti, per trasferire, nel cotonificio, la scuola media Lozer. Il Comune aveva predisposto uno studio di fattibilità che prevedeva l’accoglienza di 600 alunni attraverso la realizzazione di 24 aule normali, 12 speciali, una palestra di 700 metri quadri e un auditorium di 360 metri quadri. Opere per le quali era stata inoltrata una richiesta di contributo alla Regione, che non ha avuto risposta.

Il piano particolareggiato prevedeva anche la creazione di un asilo nido, di spazi per l’aggregazione degli anziani, di un bar e di negozi. Con il recupero degli edifici esistenti, invece, sarebbero stati ricavati 49 mila 907 metri cubi per abitazioni che si aggiungevano ad altri 83 mila che trovavano spazio nelle nuove edificazioni. In programma anche la realizzazione di ampi porticati e di collegamenti tra la piazza pedonale e la zona del parco.

Si parla di possibile vendita delle quote tra le due società proprietarie dell’ex Amman di Borgomeduna. Nel 2007 era stato rilanciato il piano di recupero che prevedeva 8 mila metri quadri di centro commerciale, 300 residenze e strutture direzionali, oltre a mille 500 parcheggi. In programma pure un centro di ricerca privato e una mostra permanente del libro, oltre a spazi per la circoscrizione. L’investimento complessivo previsto era di 200 milioni di euro, ma il braccio di ferro con il Comune sulle volumetrie e gli oneri di messa in sicurezza idrogeologica hanno bloccato tutto.

Risale alla seconda metà degli anni Novanta, invece, l’ultima ipotesi di recupero del cotonificio di Roraigrande. Dopo allora, nulla si è mosso e i locali sono sempre più fatiscenti.

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