Il grand tour delle Dolomiti in sella al “Lui” Un viaggio nel tempo targato Innocenti

Un pordenonese ha guidato trenta appassionati di scooter d’epoca fino ai 2.236 metri di passo Giau: «Ci hanno preso per matti ma lo rifaremo» 

l’impresa



Metti insieme un pordenonese con la passione per le Dolomiti, un’officina trevigiana specializzata in scooter d’epoca e un gruppo di appassionati abituati a macinare chilometri su moto che hanno il doppio dei loro anni. E che moto: una chicca da specialisti, il mitico Lui prodotto dalla Innocenti alla fine degli anni ’60. Una miscela che ha reso possibile il Dolomiti Lui Experience, tour di tre giorni partito dalle colline del prosecco e arrivato a dominare le Dolomiti dai 2236 metri d’altezza del passo Giau. C’è chi ha onorato la tradizione arrivando in sella ad un “cinquantino” con le ruote originali degli anni ’70.

Anima del progetto, arrivato quest’anno alla seconda edizione, è Bruno Pisaniello, titolare di Scooter Italiano a San Quirino. Unico rivenditore di Casa Lambretta nel Nord est, è un punto di riferimento per gli appassionati di moto d’epoca. Insieme ad Alan Casagrande e Fabio Basso, titolari dell’officina Tv Scooter Garage di Nervesa della Battaglia, hanno dato corpo ad un sogno: portare il “Lui”, lo scooter Innocenti dal design inconfondibile, sulle Dolomiti. Niente a che vedere con la sorella maggiore di casa Innocenti, la Lambretta. E tanto meno con la rivale di casa Piaggio, la famosissima Vespa. Un modello di nicchia, sconosciuto ai più. «Ho iniziato con qualche giretto nei dintorni – spiega Pisaniello – e poi ho conosciuto nel 2017, al raduno mondiale del Lui ad Adria, padre e figlio arrivati dall’Inghilterra. E ho iniziato ad andare sempre più lontano».

Il fan club inglese è stato presente anche in questa occasione insieme ad una rappresentanza francese. E poi scooteristi da ogni parte d’Italia: Matera, Grosseto, Siena, Firenze, Pavia. Caricate le moto in furgone, si sono dati appuntamento a Nervesa della Battaglia, dove ha sede l’officina di Basso e Casagrande. «Lo scorso anno siamo partiti da Pordenone affrontando le Dolomiti friulane – continua Pisaniello – e così vorremmo fare anche il prossimo anno». In tre giorni di peregrinazioni gli intrepidi scooter hanno scalato le dolci colline del prosecco e le ardite pendenze del Giau, passando per il passo San Boldo, il Falzarego, il Valparola, il lago di Alleghe, quello di Santa Croce e di Braies. Un “grand tour” delle Dolomiti, ma con lentezza. «È un bene che questi scooter non vadano troppo veloce, così ci si può godere il panorama» continua l’organizzatore. Una gioia per gli occhi, anche di chi guarda. «Chi ci incontrava era stupito ma contento – aggiunge Pisaniello – qualcuno ha riso vedendo uno scooter così strano, il nonno di quelli moderni. E altri ci hanno preso per matti, a venire su per i monti con questi “affari”».

Qualche defezione è fisiologica e proprio per questo gli organizzatori di questo tipo di eventi di solito si affidano ad un furgone incaricato di recuperare chi resta indietro, oltre che di portare i bagagli. Un motorino ha abbandonato la partita la sera del primo giorno, un altro ha “mollato” a Susegana, a pochi chilometri dall’arrivo. Nonostante l’età, tuttavia, i Lui si sono fatti valere anche sui passi più ripidi.

D’altra parte lo scorso anno i motorini si erano fatti le ossa sullo Zoncolan e molti dei partecipanti della prima edizione sono tornati anche quest’anno. Anzi. Nonostante il Covid, il numero di appassionati è raddoppiato. «Il prossimo anno è già in programma – spiega Pisaniello – i partecipanti di quest’anno non vedono l’ora. Partiremo da Pordenone e scopriremo San Daniele, Sauris, i prosciuttifici. Forse sconfineremo in Austria». Una passione, quella per le due ruote d’epoca, che accomuna ventenni e “senior”, conservatori della tradizione e progressisti del telaio. Esperienze in cui c’è spazio anche per chi sceglie di percorrere i 150 chilometri di tappa al giorno in sella ad un cinquantino con le ruote originali. Arrivando ultimo ad ogni tappa, magari bucando per strada. Ma con il sorriso ad ogni curva. —



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