Il governo nega il modello trentino per le Bcc del Fvg

UDINE. Ennesimo motivo di conflitto sulla Specialità del Friuli Venezia Giulia. Stavolta a essere minata, da parte del Governo, sarebbe l’autonomia in fatto di vigilanza sulle banche cooperative.
Il caso è stato sollevato dalla deputata di Forza Italia Sandra Savino, che è anche coordinatrice regionale di Forza Italia, nel corso della riunione della Commissione Finanze della Camera, che stava discutendo il provvedimento di riforma delle Bcc.
Savino aveva presentato un emendamento che chiedeva la possibilità per tutte le Speciali di creare una grande Bcc regionale, sulla falsariga di quanto concesso al Trentino Alto Adige. Ma in sede di Commissione la proposta è stata bocciata e rispedita al mittente.
Naturale il disappunto della parlamentare, che non esita ad attaccare il principale partito di maggioranza. «Il Pd in Friuli Venezia Giulia - dice Savino - si riempie la bocca di Specialità, di città metropolitana e di altri massimi sistemi, poi nella pratica, a Roma, quando si tratta di difendere il nostro sistema economico e sociale ecco che prevale la logica del partito nazionale».
Sandra Savino, parlamentare di Forza Italia e capogruppo in Commissione Finanza a Montecitorio, è intervenuta a piedi uniti sulla questione della riforma del sistema bancario spiegando che: «In sede di modifica delle norme del decreto Bcc, l’esecutivo ha proposto di garantire la possibilità alle banche di credito cooperativo presenti nelle province autonome di Trento e Bolzano di costituire autonomi gruppi bancari cooperativi composti da banche operanti a livello locale, escludendo invece tale facoltà nelle altre regioni a statuto Speciale. In Commissione ho presentato un emendamento per rendere omogenee le regole da applicare nelle Regioni e province autonome, ma il Pd ha bocciato le mia proposta».
«Un’esclusione sbagliata - prosegue Savino - ma gridare all’”errore” sarebbe un eufemismo: una norma del genere non può che celare malafede. Malafede perché è evidente come, al pari delle Province autonome di Trento e Bolzano, le Regioni a statuto Speciale abbiano chiari e riconosciuti compiti in materia di promozione e vigilanza del comparto cooperativo, a partire dal Friuli Venezia Giulia, le cui norme statutarie, approvate con legge costituzionale, e le relative disposizioni regionali di attuazione, sono chiarissime».
«Si è persa un’occasione - prosegue ancora la parlamentare - per evitare ciò che è già successo prima con le Casse di Risparmio e poi con le banche Popolari. Il Friuli Venezia Giulia si troverà dunque senza un sistema del credito con la testa in Regione e con ripercussioni non marginali in particolare per la piccola e media impresa».
«Un altro attacco alla Specialità delle Regioni, tutelata dall’articolo 116 della Costituzione, oltre che dell’ennesima norma illegittima che, in un modo o nell’altro, andrà sicuramente a favorire gli “amici” o gli “amici degli amici” del premier Renzi - conclude l’esponente dell’opposizione di centrodestra -, in piena linea con la pessima tendenza che, in particolare sul tema “banche”, oggetto di numerosi interventi da parte dell’esecutivo, in questa legislatura è purtroppo diventata la regola, a discapito di tutti quei cittadini che credono ancora nello Stato».
Scuote la testa, non appena saputo dello “sgarbo” alle Regioni Speciali, pure il capogruppo di Fi in Regione Riccardo Riccardi.
«La verità è che hanno concesso al Trentino Alto Adige ciò che voleva - spiega - perchè i loro 8 senatori possono condizionare la vita del Governo e metterlo in difficoltà, visti i numeri risicati che ci sono. Il Friuli Venezia Giulia invece conta poco o niente e così una norma sensata come quella della Savino è stata buttata nel cestino. Eppure noi abbiamo la competenza primaria in fatto di vigilanza sulle banche cooperative. In pratica il Governo se l’è “dimenticato”».
Dal canto suo la Federazione delle Bcc regionali è in attesa della legge che dovrebbe essere approvata nelle prossime sedute e che riordina tutto il sistema, con la creazione di una holding nazionale.
«Siamo allineati sulle posizioni di Federcasse - fanno sapere dalla Federazione Bcc -, la mossa dell’onorevole Savino sembra un po’ dettata dal gioco politico, dalle schermaglie destra-sinistra».
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