Il generale Riccò contro l’Anpi Pordenone culla dell’azione solidale



“Io sto con il generale di brigata Paolo Riccò!” è il nome della pagina Facebook aperta il 27 aprile da Mario Pinto, pordenonese, già maresciallo dell’8° bersaglieri alla caserma Martelli, che in soli nove giorni ha raccolto quasi 5 mila adesioni. «Il mio scopo – spiega Pinto – è quello di dimostrare spirito di solidarietà al generale Riccò che, a Viterbo, durante le celebrazioni del 25 aprile, ha salutato le autorità civili e ha abbandonato la cerimonia dopo aver sentito il discorso del rappresentante locale dell’Associazione nazionale partigiani, Enrico Mezzetti, criticare le forze armate impiegate in operazioni in Afghanistan». Un gesto clamoroso quello del generale dell’aviazione dell’esercito, che non è stato l’unico, visto che le associazioni combattentistiche presenti alla celebrazione hanno riposto i labari mentre tra il pubblico sono partite proteste in polemica aperta con Mezzetti, accusato di fare propaganda elettorale.

Un episodio che è stato oggetto di un post del ministro della Difesa Elisabetta Trenta che, pur stimando Riccò e non conoscendo Mezzetti, crede che «entrambi abbiano adottato comportamenti non adeguati al contesto delle celebrazioni» avviando così «una procedura di accertamento dei fatti». La cosa non è andata giù a diversi militari in servizio, che però non possono esprimere il loro disappunto a differenza dei tanti a riposo che invece possono farlo anche dalla pagina del gruppo di Pinto. I più contestano al ministro di non voler difendere il “suo” generale, messo sullo stesso piano del rappresentante Anpi. Altri auspicano che l’indagine termini con un elogio a Riccò e un’accusa di vilipendio delle forze armate per Mezzetti. C’è chi arriva, come l’ufficiale a riposo Gaetano Putignano, a scrivere che, «se il generale sarà perseguito in qualsiasi modo, sarò pronto a restituire al ministro tutte le mie onorificenze avute in 37 anni di servizio».

Qualcuno fuori del coro, come Virgy Vian, sostiene che «accertare i fatti può servire a dire che il generale si è comportato bene». Insomma, con quel gesto, «ha fatto sparire tutti i pregiudizi tra truppa e graduati, tutti uniti sotto la stella a 5 punte», dice Roberto Di Gaetano. Il generale Riccò ha una croce d’oro al merito dell’esercito per avere evacuato con l’elicottero Mangusta, sotto il fuoco nemico, personale ferito in Afghanistan nel 2010. E quella medaglia di bronzo al valor militare che si è guadagnato in Somalia, il 2 luglio 1993, durante gli scontri al check-point Pasta di Mogadiscio, quando, comandante di compagnia paracadutisti, sebbene ferito, si prodigò per tirare fuori i suoi uomini da un mezzo colpito. —



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