Il Friuli Venezia Giulia torna in zona gialla: in arrivo una nuova ordinanza di Fedriga, ecco cosa cambierà per negozi e bar

UDINE.  Il Friuli Venezia Giulia abbandona la zona arancione dopo due settimane e, da lunedì, ritorna in fascia gialla quella, per capirci, che permette liberi spostamenti dalle 5 alle 22 in tutta la regione e consente la riapertura di bar e ristoranti fino alle 18.

La notizia è stata comunicata dal ministro della Salute Roberto Speranza al presidente Massimiliano Fedriga nella tarda serata dopo una giornata convulsa, ricca di polemiche e tensioni sull’asse Governo-Regioni con anche più o meno velate minacce da parte dei territori, Liguria su tutti, di ricorsi al Tar nel caso di conferme delle zone arancioni in ampie fette d’Italia.

La tensione tra centro e periferia, d’altronde, è stata per tutta la giornata, ma si potrebbe dire per l’intera settimana, figlia di una possibile interpretazione di un articolo specifico dell’ultimo Dpcm di Giuseppe Conte. Nel testo, infatti, si prevede che, in caso di inserimento in una fascia di rischio arancione o rossa, ci si debba restare per almeno 15 giorni, ma il problema, come detto, è il significato che viene attribuito all’articolo di legge. Già nel recente passato, e basti pensare a quanto accaduto al Friuli tra fine novembre e inizio dicembre, infatti, in realtà le due settimane minime di “purgatorio” erano diventate spesso tre perché i tecnici, per consigliare a Speranza di mitigare le limitazioni assegnate a una Regione, attendevano sì due monitoraggi di fila positivi, ma a esclusione di quello immediatamente successivo all’ingresso in arancione o rosso.

Questa volta, però, a differenza del passato ci si muoveva lungo una sostanziale novità alla base del provvedimento governativo con cui due domeniche or sono il Friuli Venezia Giulia era stato inserito in fascia arancione. Se, infatti, a novembre l’ordinanza di Speranza non aveva scadenza, e dunque soltanto un altro provvedimento del ministro poteva mutare lo status quo, questa volta il vincolo per la nostra regione era fissato fino al 31 gennaio.

Tecnicamente, pertanto, il ministro avrebbe dovuto firmare una nuova ordinanza, della durata massima però di una settimana, per “bloccare” ancora la nostra regione in arancione nonostante due monitoraggi di fila inserissero il Friuli Venezia Giulia nei parametri da zona gialla. La stretta decisa dal Governo dopo le festività natalizie, lo ricordiamo, prevede che un territorio entri automaticamente in fascia arancione nel caso abbia un Rt uguale (o superiore) a 1 oppure un indice di contagio inferiore, ma sia inserito complessivamente in uno scenario definito ad alto rischio.

Considerato, quindi, che il Friuli Venezia Giulia anche in questa settimana possiede un Rt inferiore a 1 – e pari a 0.68 il terzo più basso d’Italia dopo Veneto e Provincia di Trento – ed è stato inserito tra le regioni a rischio moderato, Fedriga ha chiesto per tutto il giorno, assieme ad un’altra mezza dozzina di governatori, il ritorno in fascia gialla già a partire dalla prossima settimana.

Di fronte alle resistenze, o quantomeno ai dubbi del ministero, però, pare che si sia arrivati fino al punto che il ligure Giovanni Toti fresco di ritorno dalle consultazioni al Quirinale con il resto del centrodestra, abbi minacciato di impugnare l’eventuale nuova ordinanza al Tar sostenendo, appunto, la diversità rispetto al passato e come l’articolo di legge fosse chiaro e spiegasse la necessità di restare 15 giorni nei parametri da zona gialla per poter ritornare alla fascia di rischio meno elevata dal momento dell’ingresso in quella arancione. Fedriga non si è spinto fino a questo punto, ma nemmeno si è messo di traverso alle mosse del ligure al pari di parecchi altri governatori e così, alla fine, il ministro ha optato per l’interpretazione meno restrittiva.

Da lunedì, dunque, il Friuli Venezia Giulia torna in zona gialla, ma sarà una sorta di fascia “giallo plus” considerato come Fedriga abbia tutte le intenzioni di varare, tra oggi e domani, un’ordinanza regionale che ricalchi, in tutto o in parte, quella andata in archivio lo scorso 15 gennaio. All’interno della stessa dovrebbero ritrovare spazio una serie di provvedimenti come, ad esempio, l’obbligo di consumazione esclusivamente seduti dopo le 11 e l’ingresso – già previsto dalle linee guida del Governo – a una sola persona nei negozi fino a 40 metri quadrati e a un cliente ogni 20 metri quadrati per i locali più grandi.

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