Il Friuli Venezia Giulia resta in zona gialla con 9 regioni. Peggiora la situazione in Italia, l'Iss: non incontrate i non conviventi

UDINE. Sono Lombardia, Abruzzo, Marche, Piemonte e Umbria le cinque regioni a rischio epidemiologico alto secondo i dati del monitoraggio dell’Istituto superiore di Sanità: un dato in netto peggioramento rispetto alla scorsa settimana (quando c’era una sola Regione in questa categoria). Il Friuli Venezia Giulia resta quindi in zona gialla.
In Italia resta stabile l'indice Rt a a 0,99, appena sotto la soglia critica dell'1. Ma 10 Regioni l’indice di contagio ha già superato quota 1.
Le parole dell'Iss
«Evitate i contatti con persone al di fuori del nucleo abitativo» «È fondamentale — si sottolinea — che la popolazione eviti tutte le occasioni di contatto con persone al di fuori del proprio nucleo abitativo che non siano strettamente necessarie e di rimanere a casa il più possibile».
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Secondo il report, queste misure vanno prese «alla luce dell’aumentata circolazione di alcune varianti virali a maggiore trasmissibilità e del chiaro trend in aumento dell’incidenza su tutto il territorio italiano». Nel monitoraggio viene evidenziato anche come l’età mediana dei casi di Covid diagnosticati è diminuita a 44 anni.
Si osserva una chiara accelerazione nell’aumento dell’incidenza a livello nazionale rispetto alla settimana precedente, con 145,16 casi per 100.000 abitanti contro i 135,46 del monitoraggio di sette giorni fa.
L’incidenza nazionale nella settimana di monitoraggio, quindi, si allontana dal livello di 50 casi per 100.000 che permetterebbe il completo ripristino sull’intero territorio nazionale dell’identificazione dei casi e tracciamento dei loro contatti. L’incidenza settimanale supera la soglia di 250 casi per 100.000 abitanti in due PPAA: Provincia Autonoma di Bolzano (539,01 per 100.000 abitanti), Provincia Autonoma di Trento (309,12 per 100.000 abitanti). Quattro regioni (Abruzzo, Emilia Romagna, Molise e Umbria) hanno una incidenza maggiore di 200 casi per 100,000 abitanti.
Si conferma per la quarta settimana consecutiva un peggioramento nel livello generale del rischio dato dal mix dei 21 indicatori oggetto del monitoraggio settimanale. Sono 15 le Regioni e Provincie autonome con un rischio alto o moderato. In particolare, cinque Regioni (Abruzzo, Lombardia, Marche, Piemonte, Umbria) rispetto alla settimana precedente hanno un livello di rischio alto secondo il DM del 30 Aprile 2020. Sono 10, contro le 12 la settimana precedente, le Regioni con una classificazione di rischio moderato (di cui cinque ad alta probabilità di progressione a rischio alto nelle prossime settimane) e sei, contro le otto la settimana precedente, con rischio basso. Dieci Regioni hanno un Rt puntuale maggiore di 1 di cui una, la Basilicata, ha un Rt con il limite inferiore superiore a 1,25, compatibile con uno scenario di tipo 3. Delle altre nove, cinque hanno un Rt nel limite inferiore compatibile con uno scenario di tipo 2. Le altre Regioni/PPAA hanno un Rt compatibile con uno scenario di tipo uno.
I dati del monitoraggio consentiranno al ministero della Salute, guidato da Roberto Speranza, di stabilire i nuovi «colori» delle Regioni, che dovrebbero essere comunicati oggi attraverso specifiche ordinanze.
La bozza del Dpcm in arrivo
Nella giornata di oggi, ai governatori dovrebbe anche essere consegnata la bozza del nuovo Dpcm che dovrà essere messa a punto entro lunedì.
Il ministro della Salute, Speranza, ha spiegato che «la situazione è seria, c’è una crescita dei casi in Italia come in altri Paesi come la Francia per l’impatto delle varianti. È perciò necessario non allentare le misure adesso».
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