Il frico dell’avianese Luca Manfè sbaraglia tutti a MasterChef Usa

E dire che lui in realtà la scena del suo trionfo non l’ha ancora vista. Vissuta, sì. Ma vista no. Troppo teso, ubriaco di stanchezza e tensione quando era nel pieno del cooking show più famoso del mondo, versione americana, al momento delle riprese della premiazione, per afferrare i volti e le espressioni di tutti. E troppo soffocato dall’entusiasmo della vittoria, e dagli abbracci dei molti amici con cui ha visto la finalissima, per rendersi conto di cosa aveva davvero combinato lì davanti ai tre “giudici” più famosi e cattivi dei reality tv, al momento della fatidica frase “The winners is...Luca”.
L’avianese Luca Manfè, 31 anni, trapiantato a New York da quasi dieci, è il vincitore dell’edizione numero 4 di MasterChef Usa. Una vittoria che sa di vera “remuntada” e di benevola vendetta. Nel 2012 Luca Manfè aveva già cercato di partecipare a MasterChef Usa. Ma il fegato alla veneziana che aveva cucinato davanti ai giudici non li aveva convinti, conquistando non un “sì” ma un “ritenta”.
Così lui, «il ragazzo italiano che non è capace di accettare un “no” come risposta» (recitava il suo slogan sulla pagina ufficiale on line della trasmissione), quest’anno si è davvero ripresentato. E, dopo aver conquistato la gola dei giudici con dei ravioli ripieni, ha pian piano scalato la classifica del cooking game, confrontandosi (ed eliminando) qualcosa come un centinaio di contendenti di cui venti in doppi e triple sfide sotto i riflettori tv.
In semifinale, si sa, ha convinto tutti cucinando il frico. Di quelli morbidi, con patate e cipolle, come gli cucinava sempre nonna Anita, che assieme a mamma Bruna è da sempre stata la principale ispiratrice della sua svolta culinaria. Lui infatti, ora general manager di ristoranti, nasce non come cuoco ma come addetto di sala di bar e pubblici esercizi. Prima in una birreria di Aviano, poi in caffè e pub di mezzo mondo. Dalla Florida all’Australia, fino al richiamo magnetico di New York. Nella Grande Mela, Luca ha trovato casa e amore, oltre che lavoro. E ha sposato Catherine.
E qui a New Tork vorrebbe aprire il suo ristorante friulano “Frico”, sognando di seguire le orme di un altro grande restaurant man, quel Joe Bastianich, anche lui un po’ friulano, che in questi mesi è stato invece uno dei super giudici della trasmissione con Graham Elliot e Gordon Ramsay.
Intanto Luca, come confessa lui stesso, spera almeno di riuscire a guardare con calma la puntata tv (doppia) della finale. Vuol vedere, e godersi, la faccia di papà Ferruccio e della sorella Milena (e quelle di tutti della sua altra grande famiglia americana), ciascuno schierato vicino a Cate, e tutti insieme ospiti degli studi di MaterChef Usa, al momento della proclamazione del vincitore. Vuole rivedersi mentre abbraccia Joe, Gordon e Graham, lasciandosi piovere addosso migliaia di coriandoli colorati, e poi mentre si inginocchia alzando il trofeo al cielo, stile campione di calcio farfugliando qualcosa nel suo americano dal forte accento pordenonese.
Ma per Luca è già tempo di futuro. Innanzitutto col progetto “Dinner with Luca” lanciato sul suo nuovissimo sito internet (www.lucamanfe.com). E poi col libro di ricette marchiato MasterChef che negli Usa uscirà in primavera. Il libro conterrà una summa delle sue ricette e e del suo patrimonio di segreti in cucina (sempre eredità di mamma e nonna), accresciuto con l’esperienza a MasterChef.
Nel frattempo Luca dovrà anche gestire una bella fetta di popolarità. Su Twitter ha oltre 20 mila followers divisi tra i suoi due diversi account. E anche su Facebook i “mi piace” sono migliaia.
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