Il dottor Slavich lascia l’ospedale per la Città di Udine

Dopo 60 anni s’interrompe la successione familiare; il professionista passa alla casa di cura di viale Venezia

È stata una scelta «non facile», ma «il cambiamento è sempre stimolante». E così, dopo 37 lunghi anni di carriera - che sommati a quelli del padre fanno la bellezza di 60 - alla Cardiologia dell’ospedale di Udine, ha deciso di emigrare ad altra struttura. Per l’esattezza, alla Casa di cura “Città di Udine”. Ecco perchè, dallo scorso 1° febbraio, i pazienti del “Santa Maria della Misericordia” non possono più prenotare una visita con il dottor Gianaugusto Slavich.

Lungi dal pensare di andare “già” in pensione, insomma, per lui è cominciata semmai una nuova stagione professionale. «L’interruzione lavorativa con l’Azienda ospedaliero-universitaria – spiega – non si è verificata per motivi anagrafici, ma per l’offerta che mi è giunta dal Policlinico, in vista di un ampliamento del servizio di Cardiologia». Lo spirito, comunque, non cambia. «Mettersi in gioco sempre – dice –, ma con altri ritmi. Appartengo alla scuola di pensiero dei medici di una volta: servire il paziente, senza la frenesia che caratterizza i tempi presenti».

Ed è proprio questo che ha cercato di trasmettere anche al figlio Massimo, a sua volta cardiologo e già da anni dipendente del “San Raffaele” di Milano (la figlia Barbara è docente universitario a Parigi). Una tradizione che si perpetua, quindi, visto che prima di loro era stato Ervino, padre di Gianaugusto e nonno di Massimo, a piantare la bandierina della famiglia Slavich all’ospedale di Udine, dov’è stato primario emerito del reparto di Medicina dal 1957 al 1977.

«Purtroppo, con mio figlio a Milano, la nostra continuità al “Santa Maria della Misericordia” si interrompe dopo 60 anni – afferma –. Peccato, speravo nel secolo». Il suo sbarco a Udine risale al 1978, quando, durante il servizio militare come ufficiale medico, ricevette una telefonata dal professor Mario Feruglio, il padre della Cardiologia in Friuli. «Mi invitava a “diventare” cardiologo e ad andare da subito a lavorare con lui – ricorda Gianaugusto Slavich –. Colta la palla al balzo, accettai e, nel maggio del 1979, fui assunto».

Terminata la specializzazione in Gastroenterologia, iniziata subito dopo la laurea conseguita all’università di Padova, prese quindi anche quella in Cardiologia. Da allora e fino al gennaio 2016, ha prestato servizio continuativo in Cardiologia, inframezzato da doverse esperienze negli Stati Uniti e in Europa, in prestigiosi Centri universitari.

Per anni è stato anche responsabile dell’Unità coronarica e, nell’ultimo periodo, ha rappresentato il punto di riferimento per la valutazione non invasiva del paziente con cardiopatia ischemica ed è stato responsabile, in particolare, del laboratorio delle prove da sforzo, Tac coronariche in Radiologia e scintigrafie miocardiche in Medicina nucleare.

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