Il dissesto della Ziac in tribunale: chiesto lo stato d’insolvenza

San Giorgio di Nogaro, la richiesta è stata presentata dal commissario liquidatore. Favorevole il pm. Sotto la lente un “buco” di 75 milioni: debiti contratti per attività commerciali. Presente la Regione
San Giorgio Di Nogaro. Zona Industriale Aussa Corno. Telefoto copyright Petrussi Foto Press
San Giorgio Di Nogaro. Zona Industriale Aussa Corno. Telefoto copyright Petrussi Foto Press

SAN GIORGIO DI NOGARO. Non poteva che finire così: davanti al tribunale fallimentare di Udine con una «richiesta di accertamento giudiziario dello stato d’insolvenza».

Il “fu” Consorzio per lo sviluppo industriale della zona dell’Aussa Corno, ora in liquidazione, è a un passo dal precipizio e ieri, nello studio del giudice designato della procedura, Lorenzo Massarelli, ne sono state discusse le premesse. Quelle dettagliate, nero su bianco, dal commissario liquidatore Marco Pezzetta.

Il responso si conoscerà tra qualche giorno, all’esito del confronto che il magistrato avrà con i colleghi del collegio presieduto dal giudice Francesco Venier. Se sarà pollice verso, ossia se il tribunale riterrà di ravvedere presupposti giuridici oggettivi e anche soggettivi per dichiarare lo stato di insolvenza della Ziac, allora sarà davvero game over.

E per i responsabili del “buco” da oltre 70 milioni che ha messo in ginocchio il Consorzio comincerà, con ogni probabilità, un procedimento penale per l’ipotesi di reato della bancarotta. Accusa evidentemente più grave della presunta malversazione ai danni dello Stato, al momento contestata dalla Procura in concorso a Cesare Strisino e Marzio Serena, nelle loro rispettive funzioni di ex presidente e di direttore della Ziac.

Nominato a metà dello scorso novembre dalla Regione, Pezzetta si è rivolto al tribunale di Udine per sollecitare un esame giudiziario delle condizioni del Consorzio, in forza dell’incarico conferitogli dall’amministrazione e alla luce di dati inoppugnabili: primo tra tutti, l’esposizione debitoria di circa 75 milioni di euro, di cui una 50ina nei confronti delle banche, per debiti contratti per attività commerciali.

Un dissesto «generato prevalentemente – si legge dell’istanza presentata per suo conto dall’avvocato Roberto Paviotti –, se non addirittura esclusivamente, dalle attività di tipo privatistico svolte dal Consorzio».

È stato il pm Viviana Del Tedesco, titolare dell’inchiesta penale in corso, a indicare in particolare nell’acquisto di una serie di terreni - le aree “ex Oleificio”, “ex Montecatini” ed “ex Cogolo”, ex Decof ed ex Radicifil - a prezzi fuori mercato, l’origine degli sperperi, nell’articolata memoria depositata al giudice Massarelli, per insistere a sua volta sulla dichiarazione dello stato d’insolvenza.

All’udienza era presente anche la Regione, con il dirigente Franco Milan, funzionari e avvocati. Ed è proprio dagli uffici triestini che Pezzetta attende ancora di ricevere un’interpretazione autentica della Legge regionale 3/99 sull’applicabilità o meno anche al Consorzio Ziac, in quanto ente pubblico economico, delle norme sulla liquidazione coatta amministrativa.

Richiesta di rigetto all’istanza del commissario liquidatore è stata presentata dall’avvocato Francesco Paolo Mansi, per conto dell’ex presidente Tullio Bratta, l’unico finora a essersi costituito.

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