Il direttore dell’Inps lascia la sede in città

Massimo Formichella lascia la direzione dell’Inps di Pordenone: è questione di giorni la formalizzazione della nuova nomina a Ferrara. Negli uffici nel Bronx girava da tempo la voce sulla nuova destinazione del numero uno della sede cittadina. L’incognita, ora, è sul futuro gestionale dell’ufficio cittadino, dove i problemi segnalati dai sindacati confederali sugli organici restano aperti.
Formichella, intanto, è presente part time nella sede al centro direzionale di Pordenone. Il manager, classe 1967, laurea in giurisprudenza, ha avuto altri incarichi in passato nella direzione provinciale di Bologna e ha gestito l’Inps della nostra città per oltre due anni. L’ipotesi di una reggenza della vicaria Francesca Filla potrebbe essere la soluzione temporanea nella gestione della previdenza a Pordenone, dove serve un interlocutore.
Per l’ente di previdenza, che ha gli sportelli nel Bronx, i sindacati confederali avevano aperto un tavolo di confronto in piazzetta del Portello, qualche settimana fa, con i segretari Cgil, Cisl, Uil Giuliana Pigozzo, Arturo Pellizzon e Roberto Zaami. «Facciamo squadra per l’Inps – avevano unito le forze i confederali della triplice –. Invitiamo i consiglieri regionali a istituire un tavolo di monitoraggio sulla funzionalità delle sedi Inps e sull’organico impoverito».
I problemi in cerca di soluzione sono quelli degli uffici sottorganico: 117 dipendenti. «Alcuni prodotti registrano indici di giacenza alti - era stata la segnalazione sindacale al tavolo aperto con i vertici Inps e le forze politiche locali –. Per le prestazioni come cassintegrazione, mobilità, Tfr, indennità di maternità, c’è un solo operatore. Il taglio del budget dello straordinario del 50% è un’altra difficoltà».
La crisi è quella delle risorse umane e di cassa, secondo i sindacati. Per esempio, il quinto piano dei locali Inps a Pordenone saranno restituiti all’Inail, con un risparmio di 1/5 dell’affitto. La riduzione degli straordinari (50%) è stata messa in conto. «La trasformazione delle pensioni da provvisorie a definitive ha tempi di giacenza oltre il tempo-soglia di 360 giorni - hanno rilevavato i sindacalisti -. Il progetto estratto conto contributivo dei lavoratori pubblici ha la giacenza di 2.500 unità. All’Inps va garantito un interlocutore».
Chiara Benotti
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