Il dibattito acceso sulla scritta Tito «Va rimossa». «Non è una priorità»

Del sordi: «meglio sostituirla con la bandiera slovena». il pd: «sono altri i problemi da risolvere» 
Fra.fa.

Per l’assessore comunale Francesco Del Sordi andrebbe tolta. Per il Pd, il tema non costituisce una priorità. Il riferimento è al convitato di pietra, nel vero senso del termine, del monte Sabotino: la scritta “Tito” (un tempo “Nas Tito”), con lettere alte 25 metri e lunga circa 100. È una testimonianza del passato e invisa a chi continua a ritenerla una provocazione «fuori dal tempo», soprattutto in un momento storico in cui tutti parlano di riappacificazione e Gorizia e Nova Gorica vanno a braccetto per la Capitale europea della cultura.

Nei giorni scorsi, il presidente della Lega Nazionale Luca Urizio, durante il Giorno del Ricordo, aveva parlato di «stridenti ipocrisie» come, appunto, quella scritta sul Sabotino, «provocazione che va cancellata». Oggi, affronta l’argomento anche l’assessore comunale all’Ambiente Francesco del Sordi, portacolori di Fratelli d’Italia. Premette che il caso della scritta «è un argomento delicato e con più sfaccettature». Molti di coloro che ritengono che “Tito” debba rimanere al suo posto, contestano la presenza della bandiera tricolore illuminata dall’altra parte, in quella italiana. Insomma, vengono definite provocazioni reciproche.

«Ma la questione Tito e la questione (se così vogliamo chiamarla) bandiera sono cose completamente diverse. Il Tricolore è il simbolo della nostra nazione, non è simbolo di fascismo o quant’altro. Josip Broz Tito, invece, è stato un dittatore: è un dato di fatto e il suo nome evoca tragedie. Non si possono equiparare le due presenze sulla cima del monte. Sulla parte italiana, c’è la bandiera, non certamente la scritta che inneggia a Mussolini. Sulla parte slovena c’è una sorta di monumento a Tito. La differenza, scusate, è abissale».

E, allora, Del Sordi va nel cuore della sua riflessione. «Quella scritta a caratteri cubitali rivolta verso l’Italia non è certo un segno di riappacificazione e, a mio parere, andrebbe rimossa. E lancio anche una proposta alternativa. Al suo posto si potrebbe realizzare una bandiera, sempre luminosa, ma della Slovenia. Da una parte il Tricolore, che già c’è, dall’altra parte il simbolo del nostro Paese vicino. Questa potrebbe essere la soluzione».

Ma il tema non appassiona per nulla il Partito democratico. Il capogruppo in Consiglio comunale Marco Rossi nemmeno vorrebbe affrontare l’argomento. «Togliere la scritta Tito? Sostituirla con la bandiera slovena? Secondo il nostro punto di vista, il tema non costituisce una priorità per Gorizia. Semmai, fossi l’amministrazione comunale, spenderei tutte le mie energie per le tante problematiche da risolvere, innescate anche dalle conseguenze della pandemia da Covid-19 sulla nostra già malferma economia». Rossi aggiunge anche un altro concetto: «Le questioni che dividono le memorie si risolvono analizzandole in tutte le loro sfaccettature con percorsi di conoscenza reciproci. Altrimenti, rischiano di diventare solamente degli slogan di carattere politico». —



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