«Il declino dopo il cambio del direttore»

Patrizio Nonesso, 54 anni, di Rive D’Arcano, conosce quello stabilimento come pochi altri. Sono 33 anni, i suoi, in Safilo. «Questa fabbrica negli anni è stata girata come un calzino e ha sempre prodotto: ha vissuto mille trasformazioni e non ci siamo mai spaventati, siamo disposti a darci da fare. Ma deve essere chiaro che le persone che lavorano sono oro che non può essere disperso» esordisce.

Poi torna indietro nel tempo. «Quando sono entrato ho vissuto gli anni migliori, quando alla guida dell’azienda c’era Mario Sgnaolin, un direttore appassionato, che ci teneva al lavoro e ai suoi dipendenti – afferma –. Di quelli che a distanza di anni si ricordano il tuo nome e il tuo cognome, e il reparto con cui lavoravi».

Da quando Sgnaolin ha lasciato è cominciato il declino. «Il taglio a Precenicco, il ridimensionamento di Martignacco, il lavoro esportato in Cina, abbiamo visto distruggere i macchinari davanti ai nostri occhi – aggiunge –, ma noi, a detta degli altri, eravamo la miglior stamperia a livello europeo. Non c’è da essere pessimisti, bisogna lottare per tenere vivo questo sito. Non è una fabbrica in svendita».

La notizia della chiusura, il 10 dicembre, ha di certo scombussolato le cose a casa. «Mia moglie non ha un’occupazione stabile, fa qualche lavoro per arrotondare e insieme abbiamo due figlie di 9 e 7 anni – svela –. Ma io voglio che questo Natale assomigli a quelli passati: non voglio trasmettere negatività. Non è un male, non è una malattia, è un grosso dispiacere che va affrontato».

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