Il cuore di San Vito aiuta i bimbi africani a studiare

SAN VITO. Una scuola in una zona sperduta della Tanzania più povera, realizzata grazie al buon cuore dei sanvitesi, prova ne è che lo stemma comunale è affisso, per quello che è diventata ormai una sorta di “gemellaggio”, nell’ufficio del preside.
Si tratta delle elementari di Magubike Ilala Simba, nella regione di Iringa: a fine gennaio è stata inaugurata una nuova ala del plesso, con tanto di materiale didattico ed elettricità (un lusso, per quella regione).
L’edificio è stato realizzato partendo da zero, grazie ai fondi raccolti dall’associazione Iniziative sociali Gleris, impegnando addetti locali e materiali acquistati sul posto. L’impegno del sodalizio, appoggiato dal Comune, continua: il prossimo progetto è realizzare i servizi igienici.
Anima e presidente dell’associazione di Gleris è Emanuela Falcomer, pensionata sanvitese, che si reca più volte l’anno a Magubike, spesso con altri sanvitesi, a portare aiuti e a seguire i lavori. In questi giorni è ripartita per raggiungere la Tanzania, dove si reca, per periodi di due mesi, da una decina d’anni.
«Lavoravo all’istituto La nostra famiglia – racconta – e un medico mi ha inserito nell’ambiente della cooperazione. Accompagnavo un’altra associazione nelle scuole di Iringa e mi ha colpito in particolare quella scuola crollata per le intemperie, costruita in mezzo al nulla. C’erano solo ruderi.
È lì che è nato l’obiettivo di costruirne un’altra, partendo da zero. All’inizio, con piccoli interventi personali, abbiamo permesso la costruzione delle fondamenta, poi raccogliendo sempre più fondi siamo arrivati a 8 aule, utilizzate da 360 bambini, dall’ultimo anno della materna in poi (lì le elementari durano 8 anni)».
«La nuova ala conta due aule grandi, con un ufficio in mezzo, a uso di 98 ragazzi più grandi. La luce elettrica, per loro – continua Falcomer –, è stato qualcosa di eclatante: è l’unica scuola della regione ad averla. La scuola è dipinta con colori lavabili, all’interno ora vi sono banchi e libri a sufficienza per tutti. I maestri sono garantiti dal ministero».
Per finanziare l’acquisto del materiale didattico e nuova ala, in particolare, sono stati essenziali gli ultimi mercatini organizzati a San Vito, a metà 2017 e nel periodo delle scorse festività natalizie.
Oggetti donati in loco ma anche africani, portati a casa da Falcomer al ritorno dalla Tanzania, sono stati acquistati da decine di sanvitesi. I nomi dei donatori sono riportati in “tinga-tinga” (stile pittorico tanzano) sui banchi scolastici. Delle migliaia di euro ricavate qualcosa è avanzato e farà da base per il prossimo progetto dei servizi igienici.
«La popolazione locale è a dir poco riconoscente – aggiunge la presidente del sodalizio –. I bambini sono felicissimi e la gente ci rispetta molto, anche perché molti di passaggio promettono, ma non ritornano e non donano.
Abbiamo lavorato a stretto contatto con il ministero dell’istruzione tanzano e lo continuiamo a fare per il nuovo progetto.
La scuola è frutto del lavoro di addetti del luogo, preparati anche dai missionari. In particolare, da un villaggio vicino, Pomerini, i Frati minori rinnovati, con in testa fra’ Paolo, ci danno una mano dal punto di vista linguistico e da quello logistico. Tutto il materiale per costruire la scuola è stato acquistato in loco».
Aspetto fondamentale, quest’ultimo, per aiutare l’economia locale, basata soprattutto sull’agricoltura di sussistenza. La povertà è assoluta.
«Ma le persone hanno una grande dignità, non chiedono la carità e sopportano il dolore anche se ammalate – sottolinea Falcomer –. Per raggiungere la scuola i bambini fanno una sessantina di chilometri da Iringa. In questi luoghi con poco si può fare tanto e la scuola è essenziale: senza istruzione non si può avviare nulla».
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