Il consorzio agrario chiude ad Aiello il punto vendita

Il negozio al dettaglio in via Dante si fermerà dal 2 agosto Il sindaco: decisioni economiche che penalizzano i cittadini
Luca Visentin

/ aiello

Tempo di chiusure al consorzio agrario di Aiello Del Friuli, la data ufficiale fissata è quella del 2 agosto. Già dalla mattinata di ieri campeggiavano sui cancelli dell’edificio di via Dante, le comunicazioni ai cittadini della chiusura definitiva del negozio, mentre il consorzio rimarrà aperto per il ritiro dei cereali, fatto prevalentemente “all'ingrosso” per procedere poi al processo di essiccazione.

Il consorzio agrario, però, svolgeva una funzione anche di vendita “al dettaglio”. Conta un dipendente fisso, un collaboratore saltuario e una sessantina di soci. Ora tutto il territorio della Bassa Orientale tra Palmanova e Villa Vicentina (le due cittadine più vicine per trovare un’attività simile) rimarrà senza il Consorzio agrario per quanto riguarda la parte di vendita di terriccio, utensili e sementi.

Il sindaco Andrea Bellavite esprime disappunto per una decisione appresa solo da un cartello affisso sul cancello, senza alcun preavviso.

Lo stesso primo cittadino, ha dichiarato di aver scritto una lettera ai responsabili regionali dell’Ente, chiedendo chiarimenti urgenti e invitandoli a rivedere la decisione, ma soprattutto a «evitare la chiusura del negozio del consorzio agrario di Aiello».

Alcuni clienti incontrati in questi giorni nel negozio, riferisce il sindaco Bellavite hanno espresso preoccupazione chiedendo una proroga sulla data di chiusura, anche per procedere a un maggiore coinvolgimento di tutti gli attori, in una scelta che riguarda moltissime persone. Il consorzio di Aiello è uno degli elementi storici del comune, opera da tantissimi anni non soltanto al servizio degli abitanti di Aiello, ma anche dei paesi limitrofi.

Sono tra l’altro moltissimi gli agricoltori affiliati alla Coldiretti – ufficialmente partecipe al consiglio di amministrazione del consorzio agrario Fvg – che saranno penalizzati da questa scelta, secondo il primo cittadino.

«Decisioni economiche e di “centralizzazione” con conseguente risparmio a scapito dei cittadini sarebbero tra le cause della chiusura – commenta Bellavite –. Si tratta di un evento grave che segue altri che stanno progressivamente portando a un impoverimento dei servizi. Dopo un istituto bancario – elenca –, una pluralità di piccoli negozi, la società sportiva e perfino i medici di medicina generale, ora tocca al mondo agricolo. È un ulteriore tassello verso una centralizzazione progressiva nell’ottica della globalizzazione dei mercati e della perdita di consistenza e di forza politico-culturale delle comunità del territorio». —

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