Il Comune di Buja non firma la convenzione per lo Sprar
BUJA. «Il Comune deve già pensare alle 40 famiglie in difficoltà che ci sono sul territorio, prima di provvedere ai richiedenti asilo». Il Comune di Buja non ha firmato la convenzione per lo Sprar,...

BUJA 16 Maggio 2012 CONSIGLIO COMUNALE Telefoto Copyright Petrussi Foto Press Turco
BUJA. «Il Comune deve già pensare alle 40 famiglie in difficoltà che ci sono sul territorio, prima di provvedere ai richiedenti asilo». Il Comune di Buja non ha firmato la convenzione per lo Sprar, il sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati che la Prefettura ha proposto come ha fatto nei confronti di molti enti locali.
A Buja al momento non risultano essere ospitati richiedenti asilo, ma il sindaco Stefano Bergagna non ha accettato la proposta e anzi ne prende le distanze.
«Il governo – dice il primo cittadino di Buja – non può pensare che l’unico modo di risolvere il problema sia di spalmare i clandestini sulle comunità. Vanno fatti i rimpatri, e poi è chiaro che dietro a questo fenomeno c’è un grosso sfruttamento economico».
Il piano della Prefettura avrebbe previsto la presenza a Buja di 18 persone e lo Sprar comprende anche i trasferimenti economici agli enti locali che gestiscono la problematica, ma neppure di fronte a una disponibilità finanziaria l’amministrazione comunale ha voluto aderire. «Se si tratta di una famiglia siriana – dice Bergagna – che scappa dalla guerra non c’è problema, anzi mi preoccuperei giornalmente di vedere come stanno, ma qui siamo invasi da avventurieri che arrivano dal Pakistan. Non accetto risorse finanziarie che deriverebbero dal Comune per la convenzione, perché questa comunità non è in vendita e se faremo solidarietà sarà per convinzione non per i soldi». «Ricordo anche – conclude Bergagna – che accettare questo impegno significa anche destinare un dipendente pubblico a seguire una convenzione caratterizzata da molte procedure burocratiche e in questo momento a Buja abbiamo una quarantina di famiglie in difficoltà e in stato di semipovertà: dunque credo che la priorità in questo momento deve essere data a loro».
(p. c.)
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