Il commercio punta su attività collaterali

PORDENONE. Un grande festival, un’edizione che ha superato tutti i record precedenti, una manifestazione che abbraccia l’intera città e che dà slancio al comparto commerciale.
Ma con luci e ombre: se la parte legata al turismo ha dimostrato che Pordenonelegge permette di fare grandi numeri (alberghi, ristoranti, bar per cinque giorni sono andati in overbooking), non è lo stesso per il commercio più tradizionale, che si basa soprattutto su abbigliamento e calzature.
Nonostante le aperture prolungate anche la domenica, alcuni hanno dichiarato di aver lavorato discretamente, altri di avere registrato un calo rispetto agli scorsi anni. E’ la formula stessa del festival che non concede molto tempo per lo shopping tradizionale.
«Tanti gli incontri, tutti interessanti e con autori di spicco – ha osservato Alberto Marchiori, presidente di Ascom-Confcommercio – e così il pubblico, pur di non perdere l’appuntamento desiderato, a malapena si concede il tempo per mangiare un panino, figuriamoci per un giro tra negozi».
Marchiori quindi anticipa che per il prossimo anno vorrebbe elaborare e promuovere attività collaterali da inserire tra le proposte del festival.
«Potremmo dare sfogo alla nostra creatività – ha affermato – con l’inserimento di attività collaterali in tema per dare un’opportunità in più anche per il commercio “no food” che, con queste manifestazioni, non ottiene grandi vantaggi. Potremmo essere così innovatori con novità da farci copiare, uscendo da meccanismi rigidi».
Ad andare a gonfie vele sono stati gli operatori degli hotel, sia in città sia nella cintura pordenonese: i posti erano tutti occupati e sono state numerose le richieste che sono state rifiutate per mancanza di spazi.
«Collaboriamo da tempo con Pordenonelegge e con la Fondazione – ha spiegato Francesco De Felice, direttore del Best Western – non soltanto per quanto concerne la messa a disposizione delle camere, ma anche per un progetto triennale legato alla poesia».
Il terzo piano dell’albergo è stato trasformato, infatti, in una mostra permanente dei manifesti che in questi anni hanno caratterizzato Pordenonelegge: insomma, un festival lungo 365 giorni l’anno. E che proseguirà anche nel 2017.
Una disponibilità aperta oltre all’ospitalità in senso stretto per l’hotel Moderno: conferenze, interviste, incontri hanno caratterizzato i cinque giorni del festival nell’albergo che si trova nel centro geografico di Pordenonelegge.
«Il festival è caratterizzato dalla collaborazione di tutta la città – ha osservato il direttore Gianpiero Zanolin –. Se vogliamo che Pordenonelegge cresca, tutti devono mettere un mattoncino. E’ una manifestazione di spicco, che dà lustro alla città e che va coltivata in modo collegiale, ognuno con le proprie possibilità».
«Si tratta di una manifestazione che va molto bene – ha commentato infine Marchiori –, che migliora di anno in anno. I complimenti vanno dunque agli organizzatori per quello che riescono a fare, migliorando a ogni edizione».
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