Il cimitero di Nave allagato «Bare immerse nell’acqua»

La denuncia di Dino Poletto, presidente della Pro loco: «Chiediamo una soluzione a nome di sessanta famiglie, bisogna esumare le salme»

fontanafredda

Bare immerse in mezzo metro d’acqua al cimitero a Nave: i temporali hanno alzato i livelli e Dino Poletto, presidente Pro loco chiede una soluzione a nome di sessanta famiglie. «Appello al Comune per avere il via libera sull’esumazione delle salme dalle tombe allagate nella parte vecchia del camposanto – incalza Poletto –. È un problema di tutela della salute pubblica: l’acqua maleodorante deve essere smaltita in sicurezza. La soluzione è quella di trasferire i resti dei nostri cari in loculi e di asciugare le tombe».

Le tombe sono state costruite oltre 50 anni fa in una struttura interrata a sei vani e quelli bassi sono inondati da anni. L’ordinanza del Comune di Fontanafredda ha vietato circa otto mesi fa la sepoltura delle salme nelle tombe “a castello” interrate. «Acqua stagnante all’interno delle tombe di famiglia: non favorisce il processo di mineralizzazione dei cadaveri e non permette l’esecuzione di ulteriori sepolture e altri interventi cimiteriali – dice l’atto municipale esposto al cimitero –. Verrà valutata l’esistenza di pericoli latenti e non visibili a tutela dell’igiene e sanità pubblica». I residenti chiedono un abbattimento dei costi per trasferire i loro antenati altrove e soprattutto all’asciutto. «I costi dei loculi e della disinfestazione sono molto alti – valuta Poletto –. L’acqua inquinata aumenta nelle tombe di famiglia che sono state costruite oltre 50 anni fa, senza valutare il rischio delle risorgive nella zona bassa del camposanto. Non sappiamo se l’acqua sia penetrata nelle bare e in che condizioni si trovino i resti dei nostri defunti».—



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