Il ceramista Jorge Vargas è morto a 72 anni Era rimasto contagiato
MANZANO
Era ricoverato all’ospedale di Udine, dove da 18 giorni stava combattendo contro il Covid. Alla fine, però, il 72enne Jorge Alberto Vargas non ce l’ha fatta, spegnendosi domenica sera.
Nato in Argentina da genitori friulani, si era trasferito a Manzano circa 30 anni fa, iniziando a lavorare come operaio in un’azienda di sedie.
Dopo la pensione, arrivata qualche anno fa, decise di seguire quella che era diventata da tempo la sua più grande passione: la ceramica.
Dapprima per puro diletto, poi con sempre maggior perizia, Vargas ha realizzato piccole e grandi opere d’arte, ispirate anche alla cultura latinoamericana.
«Pubblicava i suoi lavori sui social – racconta la moglie, Zulema Oliva, anche lei originaria dell’Argentina e arrivata in Italia assieme al consorte – e insegnava all’Università della terza età, dapprima a Manzano e poi a Cividale. Iniziò ad apprendere la tecnica quando siamo emigrati qui, prima non conosceva quest’arte. A Santa Fe, dove vivevamo, aveva un negozio di frutta e verdura».
La madre dell’italo-argentino veniva da Udine e si era trasferita oltreoceano all’inizio degli anni Trenta facendo amare da subito la terra natia al figlio.
Molto conosciuto e stimato nella comunità, Vargas si divertiva anche dietro alla griglia, cimentandosi con l’asado. Fin dall’arrivo nel Belpaese, Jorge e la sua famiglia hanno sempre vissuto nel comune che li avevano accolti.
«Nel corso degli anni ha fatto alcune mostre – prosegue la moglie –, gli piaceva insegnare. Partecipava anche ai mercatini della regione. All’inizio creava le sue opere ispirandosi pure alla cultura Maya, per poi spaziare».
Un’attività che gli permetteva di esprimere appieno la sua creatività una volta raggiunta la quiescenza facendolo conoscere all’interno del panorama culturale locale. Oltre alla consorte, Vargas lascia due figli. —
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto