«Il centro disturbi alimentari va fatto a palazzo Sinigaglia»

SAN VITO. Considerando che il prezzo di palazzo Sinigaglia si sta abbassando, il Comune torna alla carica, nei confronti di Azienda sanitaria, ma anche Regione, perché possa esservi realizzato il centro residenziale di riferimento regionale per i disturbi del comportamento alimentare. Appare come una questione morale, per il sindaco, Antonio Di Bisceglie, riprendere il progetto laddove si era interrotto, secondo quanto già definito. Come ricorda, l’Azienda sanitaria promosse un bando per individuare una sede a San Vito: vinse palazzo Sinigaglia, in via Moro, di proprietà dell’immobiliare Danelon, che l’avrebbe poi affittata (a 44.500 euro l’anno) per farne il centro residenziale. I lavori per adeguare lo storico palazzo alla funzione di centro residenziale per i Dca, pur con qualche ritardo – intervenne anche la Soprintendenza –, erano quasi terminati quando l’immobiliare fallì. Tra l’altro, i dubbi sulla presenza dei fondi per avviare il centro dal punto di vista sanitario già erano presenti.
Il progetto, quindi, due anni fa si fermò: i successivi appelli, ordini del giorno, convegni sul tema e simili iniziative si sono rivelati inutili. Di Bisceglie promosse un più concreto incontro tra Comune, Ass 6 e curatela fallimentare per non far naufragare il progetto del centro a palazzo Sinigaglia. Non si trovò comunque la quadra. Intanto, palazzo Sinigaglia è andato all’asta, una prima volta (con una base di un milione 190 mila euro) e una seconda (partendo da un milione 71 mila euro). Ed è in arrivo il terzo tentativo: l’11 dicembre la base d’asta sarà di 952 mila euro. Se il lotto resterà ancora invenduto, sarà posto in vendita, il 26 febbraio, a prezzo ribassato del 30 per cento. Almeno a quel punto, se è vero che il palazzo è già quasi in toto adattato a centro residenziale e che la Regione, avendo un simile centro, potrebbe risparmiare (anche attirando pazienti da fuori regione, invece che pagare per i propri pazienti costretti a recarsi altrove), sarebbe tanto improbabile valutarne l’acquisto? Difficile parlare di simili spese in tempi di ristrettezze finanziarie, ma il rischio è che quanto progettato negli anni scorsi vada definitivamente cestinato.
Per questo il sindaco tenterà per lo meno di riaprire la partita. «Alla luce del fatto che c’è un impegno assunto dal consiglio regionale – ricorda –, ma anche una necessità, tendente a far risparmiare la Regione con un simile centro sul territorio, pensiamo sia giunto il tempo di riprendere in mano la pratica, ripartendo da dov’era interrotta. Vogliamo interessare l’Azienda sanitaria, ma anche la Regione».
Andrea Sartori
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