Il caso riasfaltatura di piazza Diaz segnalato a Soprintendenza e Sgarbi

Cividale: Federico Iussig Zuliani ha scritto anche al sindaco Balloch criticando la nuova pavimentazione L’accusa: il vecchio lastricato non è stato recuperato ed è stato sostituito con cemento e finto porfido
CIVIDALE. Naufragati i tentativi dei residenti, che avevano chiesto a gran voce al Comune di stoppare il piano di riasfaltatura di piazza Diaz in funzione del recupero del vecchio lastricato (riaffiorato durante i lavori di scarificazione del manto e rivelatosi, per lo più, in buono stato di conservazione), un cittadino che non si rassegna prende l’iniziativa e passa all’azione: oltre a scrivere al sindaco Stefano Balloch, contestando le modalità dell’operazione e soprattutto la scelta di contornare lo slargo con simil-porfido, Federico Iussig Zuliani ha segnalato il caso sia alla Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio del Fvg, sia al critico d’arte Vittorio Sgarbi, il quale ha tempestivamente risposto.


«Mi ha chiesto – spiega Iussig Zuliani – di inviargli una serie di foto all’ambito in questione con varie prospettive. Ho provveduto inoltrandogli oltre all’immagine della pavimentazione “fake” quella dei lastroni di pietra che un tempo ricoprivano la piazza e che sarebbe stato opportuno riportare interamente alla luce e riusare al posto dell’asfalto».


Nella missiva a primo cittadino e Soprintendenza si chiedono lumi sulla ragione per cui «nella splendida Cividale, patrimonio Unesco, siano state affiancate all’autentica pavimentazione in sampietrini» blocchetti di «orribile porfido finto», ricavati sull’asfalto fresco con l’uso di un apposito macchinario e poi colorati per avvicinare la “copia” alla tinta dell’originale.


E per quanto l’operazione sia stata eseguita su fascia che già da anni e anni era asfaltata, non sistemata a porfido, il cittadino parla di «orrore estetico, ma prima ancora di sostanza, stante la palese volontà di imitazione. Perché mai, poi – domanda infine –, non si è pensato di usare un asfalto “neutro”, che bene si sarebbe integrato all’ambiente di un centro storico come quello cividalese? Le foto delle due pavimentazioni, quella autentica e quella fasulla, messe a confronto parlano da sole».


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