Il carnico Antonio Di Chiara sarà il primario di Cardiologia

Sarà, salvo sorprese, il dottor Antonio Di Chiara, 52 anni, di Moruzzo (Udine), attuale direttore della struttura complessa di Cardiologia dell’Aas3 Alto Friuli–Collinare-MedioFriuli (e dal 2007 a...

Sarà, salvo sorprese, il dottor Antonio Di Chiara, 52 anni, di Moruzzo (Udine), attuale direttore della struttura complessa di Cardiologia dell’Aas3 Alto Friuli–Collinare-MedioFriuli (e dal 2007 a capo del reparto di Tolmezzo) il nuovo primario unico della Cardiologia di Gorizia e Monfalcone. Sulla base dei titoli e di un colloquio, ieri è stata stilata la graduatoria dei medici partecipanti al concorso che vede, appunto, al primo posto lo specialista friulano. In seconda posizione troviamo la dottoressa Gerardina Lardieri dell’ospedale di Cattinara e in terza il dottor Luigi La Vecchia, responsabile dell’Emodinamica del nosocomio di Vicenza.

Tagliati fuori i medici di Gorizia e Monfalcone, la scelta ricadrà dunque, come previsto, su un esterno. La nomina definitiva e ufficiale verrà effettuata nei prossimi giorni dal direttore generale Giovanni Pilati che valuterà la “terna” dei medici sopracitati, con Di Chiara ovviamente in pole position.

Ma la situazione della Cardiologia ha tenuto banco anche ieri nella riunione convocata dal centrodestra isontino per protestare «contro la demolizione della nostra sanità». Al centro degli interventi del consigliere regionale Ziberna e del sindaco Ettore Romoli, il caso delle “guardie notturne alterne” prima decise e poi ritirate dai vertici aziendali.

«E’ offensivo – ha tuonato Ziberna – dire, come ha fatto Pilati, che l’ipotesi non è mai stata presa in considerazione. Sono in possesso delle mail che provano che tutto era già stato deciso, e il provvedimento sarebbe dovuto partire il primo giugno, Che non ci vengano a prendere per il naso». «È stato un tentativo fallito dopo che anch’io lo avevo definito ridicolo – ha aggiunto Romoli – e dobbiamo ringraziare il Messaggero Veneto che ha sollevato la questione suscitando un’ondata di proteste».

Cisint in testa, i presenti hanno comunque affermato che un ridimensionamento del servizio «è stato soltanto rimandato» (la concentrazione dell’Unità coronarica in un’unica sede avverrà nel 2017).

Ma sull’argomento ha detto la sua anche il vicesindaco pd di Monfalcone, Omar Greco, secondo cui «la proposta era nata dagli operatori all’interno dell’Azienda per l’esigenza di coprire i turni i vista delle ferie. Per quanto ci riguarda – ha aggiunto - è opportuno che la guardia cardiologica sia assicurata in entrambi i presidi. Quello che non accetteremo è che venga soppresso in futuro il servizio al San Polo».

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