Il Capo dello Stato alla mostra di Illegio: «Qui la bellezza del pensiero»

Il presidente ha visitato la mostra “Il coraggio”, allestita nella Casa delle esposizioni ricavata nella vecchia canonica del paese, ammirando le opere di Gianlorenzo Bernini, del Guercino di Caravaggio, Arnaldo Pomodoro e Wassilij Kandinskij

Christian Seu

«C’è un futuro anche per le periferie più nascoste», ha scandito il vicepresidente del Comitato di San Floriano, Dante Scarsini, parlando ad autorità, ospiti e illegiani che attendevano l’arrivo del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il secondo Capo dello Stato dopo Giorgio Napolitano a visitare la frazione tolmezzina.

Illegio ha saputo costruire un’economia attorno alle esposizioni curate da don Alessio Geretti, è stata capace di trovare un proprio spazio in un universo di paesini che si spopolano, che s’arrendono, che restano presidiati da irriducibili vegliardi.

Lasciata Ampezzo, Mattarella ha raggiunto il paesino proprio per rendere omaggio a questa forma di resilienza tutta carnica, intrattenendosi quasi tre ore nel centro della frazione che oggi conta 320 abitanti.

Che hanno accolto con discrezione l’ospite illustre, arrivato nel piazzale davanti la chiesa della Conversione di San Paolo alle 12. 27.

La visita alla mostra

Mattarella, accolto dal presidente della Regione, Massimiliano Fedriga, dal prefetto di Udine Domenico Lione e dal sindaco di Tolmezzo, Roberto Vicentini, ha visitato quindi la mostra “Il coraggio”, allestita nella Casa delle esposizioni ricavata nella vecchia canonica del paese, ammirando le opere di Gianlorenzo Bernini, del Guercino di Caravaggio, Arnaldo Pomodoro e Wassilij Kandinskij tra gli altri.

A guidarlo lo stesso curatore, don Geretti, che il presidente nel proprio discorso, pronunciato a braccio e non previsto nel programma, ha descritto come «una guida di straordinaria competenza artistica».

«Il presidente Mattarella durante la visita alla mostra d’arte è rimasto affascinato dalla qualità delle opere, che ha commentato frequentemente sottolineando aspetti che ogni appassionato d’arte vorrebbe fossero colti da ogni visitatore.

Ha apprezzato in particolare e lo spirito che la nostra mostra d’arte punta a trasmettere», ha spiegato don Geretti al termine della visita.

Il presente

Prima di raggiungere il teatro tenda, Mattarella ha avuto un colloquio di qualche minuto con la presidente del comitato di San Floriano, Lara Iob, e con monsignor Angelo Zanello, parroco di Tolmezzo e fondatore dello stesso sodalizio: «Mi ha detto “brava” – racconta Iob – e si è quasi commosso quando gli abbiamo donato un orologio da tasca di fabbricazione svizzera dei primi del Novecento, con incisa la frase “Il cammino di ogni comunità incide sul destino del mondo intero”».

Salutato dallo sventolio di tricolori dei bambini del paese, il Capo dello Stato ha dunque preso posto al teatro tenda, accolto dall’inno di Mameli intonato dal coro di voci bianche Artemia di Torviscosa.

Le autorità

Impossibile nominare tutte le autorità presenti: tra gli altri il ministro Luca Ciriani, la deputata Debora Serracchiani, presidente e vicepresidente del Consiglio regionale, Mauro Bordin e Stefano Mazzolini, l’arcivescovo di Udine Riccardo Lamba, gli ex presidenti della Regione Riccardo Illy e Renzo Tondo, gli ex parlamentari Ferruccio Saro e Aurelia Bubisutti, il presidente dell’Ente Friuli nel Mondo, Franco Iacop, il presidente della Cciaa Giovanni Da Pozzo, il rettore dell’Università, Roberto Pinton, il presidente della Fondazione Friuli, Giuseppe Morandini e tanti sindaci del territorio.

I discorsi

«Gettandoci nell’avventura – ha ricostruito Iob, parlando delle origini di Illegio come paese delle mostre –, ci siamo detti che periferia e decadenza non sono collocazioni nello spazio o nelle dinamiche di sviluppo. Pensavamo che Illegio potesse diventare un centro: non una terra di nostalgie e di vuoto, ma un centro capace di futuro, un segno di speranza», ha aggiunto la presidente del comitato, ricordando le 600 mila presenze alle esposizioni illegiane, i mille dipinti esposti e le decine di ragazzi formate come guide.

«Oggi, in uno scenario globale che a volte anche in Italia fa scivolare le persone in una estraneità reciproca sconcertante, abbiamo tanto bisogno di paesi veri e non masse di solitudini», ha detto monsignor Zanello.

L’omaggio a Piersanti Mattarella

Don Geretti ha incentrato il proprio intervento sul «coraggio e la bellezza. Ci è parsa una scelta d’urgenza e necessita guardando alla scena tormentata di questo mondo».

E poi un parallelismo, tra uno dei dipinti esposti, “Presa di Cristo nell’Orto degli Ulivi” di Caravaggio dove Gesù appare «preda indifesa di una furia assassina, la stessa che in varie forme e in ogni epoca travolge gli innocenti» anche «sparandogli nell’auto in cui stanno andando a Messa», chiaro riferimento al fratello del Capo dello Stato, Piersanti Mattarella, ucciso nel 1980 dalla mafia.

«L’orizzonte della comunità»

Prendendo la parola sul palco, il presidente ha evidenziato come «l’orizzonte di una comunità non dipenda dalle sue dimensioni, ma dalla profondità dello sguardo che sa adoperare. Profondità che aumenta man mano che aumenta il senso della convivenza, della comunità, del non essere un insieme di solitudini».

Citando il “Canto notturno di un pastore errante nell’Asia” di Leopardi, evocato da don Geretti, Mattarella ha sottolineato come il valore della vita «trova qui la risposta: il coraggio, l’arte, la bellezza del pensiero, la speranza, la percezione della condivisione e comunanza di valori e di destino delle persone, al di sopra di qualsiasi confine.

Per questo – ha aggiunto – la mostra è un messaggio di straordinaria importanza». Dopo pranzo, il presidente ha raggiunto il campo sportivo del paese: da qui sono decollati i due elicotteri della Presidenza della Repubblica che lo hanno portato a Rivolto, da dove ha poi raggiunto in aereo Roma. 

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