Il calamaio del Trattato ritorni a villa Manin, la richiesta dei ragazzi al Museo di Venezia

Gli studenti delle medie hanno scritto una lettera al direttore. Il presidente del consiglio Fvg Bordin ha dato il suo sostegno

Viviana Zamarian

Hanno scritto una lettera indirizzandola al direttore del Museo storico navale di Venezia. Con una precisa richiesta: riportare a villa Manin il calamaio utilizzato il 17 ottobre 1797 per la firma del Trattato di Campoformido.

A farla sono stati gli studenti della scuola secondaria di primo grado Bianchi di Codroipo. «Come hanno dimostrato alcune ricerche – si legge nella missiva – la sottoscrizione effettiva del trattato è avvenuta in realtà dentro villa Manin.

Si è perfino individuato il luogo esatto: la sala adiacente alla camera di Napoleone che attualmente ospita un’installazione multimediale che rievoca le trattative. Quanto sarebbe bello però se i visitatori potessero ammirare dentro il suo contesto originale anche il calamaio utilizzato quel giorno per la firma».

Un’iniziativa, questa, che unisce storia, cultura e spirito comunitario. E che ha trovato un sostegno nel presidente del consiglio regionale Mauro Bordin il quale l’ha manifestato in una lettera indirizzata all’istituto veneto: «Non posso che supportare la proposta dei ragazzi.

L’importante complesso architettonico di origine cinquecentesca è uno dei simboli della nostra regione. In esso sono state scritte pagine importanti della nostra storia e oggi ospita uno dei principali poli culturali del Friuli Venezia Giulia».

«Auspico che si individui una soluzione per restituire questo importante cimelio alla sua originaria collocazione» ha aggiunto. Il professor Luca Fabbro, in quanto promotore dell’iniziativa all’interno dell’Istituto comprensivo di Codroipo, esprime «grande soddisfazione per il fatto che la presidenza del Consiglio regionale se ne stia facendo a sua volta carico, in vista del ritorno del calamaio nel suo luogo d’origine.

L’auspicio è che il museo navale di Venezia mostri sensibilità al riguardo e consenta a questo importante tassello della storia europea di trovare piena valorizzazione nel contesto della villa di Passariano».

A ribadire l’importanza del progetto il vicesindaco di Codroipo Giacomo Trevisan. «Ringrazio i ragazzi e i loro insegnanti – ha riferito – per la capacità che dimostrano nel saper leggere e vivere la storia in modo coinvolgente e la presidenza del consiglio regionale per aver preso a cuore la proposta di riportare a Passariano il calamaio.

Spero che l’iniziativa venga accolta, così da arricchire la villa di un altro tassello per raccontare in modo sempre più affascinante la sua storia, che è storia d’Europa, e di cui l’epoca napoleonica in particolare può essere un forte attrattore turistico».

Restituire al calamaio la sua collocazione originaria rappresenterebbe, del resto, un segnale concreto di attenzione alla memoria storica e alle radici comuni dell’area transfrontaliera Alpe Adria.

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