Idealscala, bilancio dopo un anno: a Pordenone la scommessa non è stata ancora vinta

Costituita nel luglio 2014, sulla sua strada ha incontrato numerosi ostacoli. I contatti coi primi clienti e il sostegno di Friulia ora fanno crescere l’ottimismo

PORDENONE. Una scommessa per il futuro, lanciata un anno fa dai lavoratori dell’ex Ideal Standard di Orcenico: può essere definita così Idealscala, la coop che le maestranze hanno costituito a luglio 2014, con 18 soci fondatori, per consentire la reindustrializzazione della fabbrica.

Un percorso che si è presentato subito in salita: nel corso della trattativa, a un passo avanti ne sono spesso seguiti due indietro da parte della multinazionale e questo non ha favorito l’avvio dell’attività in capo a Idealscala nei tempi ipotizzati inizialmente, ossia la scorsa primavera.

Le prospettive. A un anno dalla fondazione della coop, il passo più importante, seppur sempre più vicino, resta da compiere. Giovedì, un’altra buona notizia, che va ad aggiungersi a quella dell’arrivo dei primi clienti dai mercati europei: nel confronto tra coop e Friulia, le migliorie apportate al piano finanziario iniziale di Idealscala elaborato da Sofit-Bpi, sulla base delle indicazioni della Regione, sono state giudicate positive.

Accorciati i tempi di avvio di produzione e primi investimenti: si conta di raggiungere il punto di pareggio nel 2017. Prossima settimana, tavolo con la Regione. Ultimate le valutazioni, si procederà verso la traduzione in realtà del progetto, che contempla l’iniziale assorbimento di 50 addetti, che dovrebbero passare a 150, a regime.

La determinazione dei lavoratori ha giocato un ruolo fondamentale nella prosecuzione della negoziazione con Ideal Standard: gli addetti né hanno mollato né si sono fatti scoraggiare dagli atteggiamenti dell’azienda, giudicata inaffidabile da istituzioni e sindacati.

Hanno proseguito dritti per fare decollare quel progetto con cui s’intende garantire un’opportunità almeno a una parte dei 450 ex dipendenti e alle loro famiglie.

Percorso a ostacoli. Dopo la nascita della coop, il primo incontro al Mise in cui la multinazionale si impegna a favorire il percorso di Idealscala.

Questo sulla carta: i fatti dicono altro. Colpi di scena, frenate e retromarce. A ottobre, la multinazionale, contravvenendo agli accordi ministeriali, comincia a smantellare il sito di Orcenico e scatta la mobilitazione dei dipendenti.

Il culmine nel tavolo ministeriale del 2 dicembre, quando Ideal Standard rompe la negoziazione, dopo che si era detta disponibile a valutare la cessione a costo zero di impianti, marchio e sito a Idealscala.

Poi la riapertura del confronto e a gennaio la svolta: Ideal Standard dice sì al comodato d’uso gratuito di terreno, fabbricati e alcune macchine, per sei anni. Parte la caccia ai fondi: servono 4 milioni per l’avvio dell’attività. Solamente un milione è già a disposizione, ossia il capitale derivante dalla somma delle mobilità dei primi 50 lavoratori-soci.

Strada in salita. A febbraio parte l’era Idealscala, con la ratifica delle intese al Mise. Ma se la strada poteva sembrare più in discesa, ci si è dovuti ricredere: ad aprile nuovo affronto di Ideal Standard, che non rispetta la scadenza per la presentazione della bozza del contratto di comodato, che doveva essere sottoscritto entro marzo.

Dai sopralluoghi nel sito di Orcenico risulta inoltre che è stato prelevato più materiale rispetto a quanto concordato. Il braccio di ferro sugli impianti è durato mesi, nonostante gli accordi parlassero chiaro. Poi la tregua.

A maggio parte la discussione sul comodato: il termine per la sigla è stato prorogato tre volte e anche questo passo resta da compiere. Prioritaria, comunque, era la presentazione del piano della coop.

Cambiamenti. In questo travagliato percorso, non sono mancati cambiamenti nel cda di Idealscala. Alle dimissioni di febbraio del consigliere Antonio Mascherin sono seguite, ad aprile, quelle del presidente Gian Mario Petozzi, rimasto comunque nel cda.

Dopo un mese e mezzo la sostituzione con Alberto Vendrame, consulente che, dal 2009, si è occupato della vertenza Ideal Standard per conto della Provincia. Da marzo, Idealscala ha anche un manager: Arnaldo Bravin, con esperienza ventennale all’Ideal Standard.

Un anno di storia denso di avvenimenti, insomma, e le pagine più importanti restano ancora da scrivere.

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