Ideal Standard, si tratta con tre imprenditori

Si intravede uno spiraglio di speranza nella delicata vertenza Ideal Standard: ieri mattina tre imprenditori, accompagnati dall’ex manager dell’azienda, ingegner Tomi, hanno visitato lo stabilimento di Orcenico. Secondo quanto è trapelato, si tratterebbe di una cordata friulano - veneta che gestisce una rete commerciale operante in Italia.
Entrati in fabbrica verso le 10, i tre imprenditori ne sono usciti verso le 13.45, dopo aver parlato col direttore dello stabilimento, Stefano De Corti, e con il responsabile del personale, Massimo Salamina, che li hanno guidati in una visita – a quanto pare – particolarmente approfondita dei reparti produttivi.
Oggi, intanto, al ministero dello Sviluppo economico si giocherà una partita fondamentale per il futuro dei 450 lavoratori di Orcenico: istituzioni e sindacati proveranno a ottenere dai manager Antetomaso e Gelsomino il ritiro della procedura di mobilità. Per far sì che ciò avvenga, è necessario che il ministero conceda la cassa straordinaria in deroga per sei mesi agli operai di Orcenico e degli altri due stabilimenti, Trichiana e Roccasecca. In concomitanza con la trattativa, una cinquantina di lavoratori manifesterà fuori dalla Prefettura: alcuni di loro si incateneranno, replicando la protesta simbolica messa in atto all’interno del municipio di Zoppola.
La trattativa. Sarebbero originari del Nordest i tre imprenditori che ieri hanno visitato la fabbrica. Ad accompagnarli, l’ingegner Tomi, ex manager dell’Ideal Standard di Orcenico. Il loro, in base a quanto si è potuto apprendere, sarebbe stato un sopralluogo molto dettagliato: avrebbero visitato tutti i reparti produttivi, prendendo visione di persona della professionalità degli operai. Ancora incerta la natura della loro attività: parrebbe che gestiscano una rete commerciale operante in Italia, ma di più non è trapelato. I tre imprenditori, che puntano alla costituzione di una newco friulano - veneta si sono intrattenuti in fabbrica circa 4 ore: un lasso temporale considerevole, che ha acceso la speranza di qualcuno dei lavoratori impegnati nel presidio finalizzato a evitare l’uscita dei materiali finiti. Altri operai, invece, hanno manifestato qualche perplessità.
Il vertice in ministero. Se l’interesse dei tre imprenditori fosse concreto, ecco allora che l’incontro in programma oggi a Roma acquisirebbe un valore ancora più importante. Dopo l’apertura al ritiro della procedura di mobilità ottenuta al termine del summit tenutosi nella sede di Unindustria di Pordenone, sindacati e istituzioni tenteranno di far firmare all’azienda l’accordo, per il quale è necessaria l’applicazione della cassa in deroga, per sei mesi, per i tre stabilimenti italiani del gruppo. Se si ottenesse il risultato auspicato, ci sarebbe più tempo per sviluppare la trattativa con i tre imprenditori che ieri hanno visitato lo stabilimento. Tra i lavoratori, ieri, c’era un clima di moderata fiducia.
La manifestazione in città. Mentre a Roma si giocherà una partita fondamentale per il loro futuro, stamattina 50 operai manifesteranno fuori dalla Prefettura: i lavoratori hanno annunciato l’intenzione di incatenarsi alle colonne del palazzo territoriale del governo. Sanno, gli operai, che queste sono giornate cruciali e, dopo aver messo in atto numerosi atti concreti – senza mai trascendere nella loro protesta – non hanno alcuna intenzione di retrocedere proprio ora. In queste settimane hanno capito che il territorio e le sue istituzioni sono con loro, hanno paura, sono arrabbiati, ma di due cose Bain Capital non li ha ancora privati: dignità e voglia di combattere per il proprio futuro.
Massimo Pighin
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