Ideal Standard, in gioco 399 posti

Alle 11 vertice a Roma azienda-sindacati. Dalle 24 le tute bianche rischiano di essere senza impiego
Di Elena Del Giudice

L’incognita di «che accadrà» apre la giornata di oggi per lo stabilimento dell’Ideal Standard di Orcenico. Alle 11 a Roma, nella sede del ministero del lavoro, appuntamento tra azienda e sindacati per verificare l’ultima possibilità di trovare un’intesa che eviti il licenziamento, esecutivo da domani, di 399 persone.

Attesi a Roma i vertici del Gruppo in Italia, gli amministratori delegati Antetomaso e Gelsomino, i segretari nazionali di Femca, Filtcem e Uiltec, insieme a segretari provinciali ed Rsu di Orcenico, ma anche il rappresentante legale della cooperativa Ceramiche Ideal Scala, che è il soggetto intenzionato a far ripartire l’attività nella storica fabbrica di Zoppola. Non è dato sapere se al tavolo ci sarà anche Bpi, la società incaricata di studiare l’operazione di worker buyout, che ufficialmente non ha abbandonato l’incarico, pur prendendo atto che le condizioni poste da Ideal Standard non erano - allo stato - quelle migliori da cui partire.

La questione che si cercherà di dipanare oggi nella capitale, ruota attorno alle note cose: la mobilità, attivata da Ideal Standard i primi di maggio e la cui procedura di fatto scade oggi (i 75 giorni concessi dalla normativa per cercare un accordo), la cassa integrazione in deroga, di cui il Gruppo potrebbe beneficiare per lo stabilimento di Orcenico fino a fine anno, e il rilancio dell’attività produttiva attraverso un soggetto diverso dalla multinazionale che vuole, invece, chiudere la fabbrica pordenonese.

Sulla prima questione, senza intesa i 399 lavoratori per i quali Ideal Standard ha avviato la procedura, saranno senza lavoro dalla mezzanotte. I sindacati chiedono di cancellare la procedura collettiva avviata siglando un’intesa che avvii una mobilità volontaria riservata, in una prima fase a coloro che hanno già trovato un’altra occupazione, poi a coloro che verranno riassunti dalla coop, ed infine - dal 31 dicembre - per tutti gli altri. In parallelo sindacati e operai sollecitano il Gruppo a presentare la domanda per la cassa in deroga - non compatibile, però, con una procedura di mobilità che non sia volontaria - per accompagnare il percorso verso la dismissione di Orcenico ma anche l’operatività del nuovo soggetto imprenditoriale. Infine la questione dell’agevolare la nascita della coop, già costituita, dove i temi sono diversi e certamente complicati, e vanno dalla concessione in uso o nella cessione ad un valore simbolico dello stabilimento, all’affidamento della realizzazione di una parte dei volumi Ideal Standard, all’utilizzo di marchi, stampi ecc.

Altra questione, l’incentivo all’esodo. Seimila euro è il valore della proposta avanzata dall’azienda, che è già stata respinta. Peraltro in Ideal Standard era già stato siglato un accordo relativo alla mobilità che prevedeva ben altre cifre per chi accettava di uscire dall’azienda. Un accordo che, a quel che risulta, è tuttora in vigore.

Oggi potrebbe dunque accadere di tutto. Potrebbe diventare possibile costruire un percorso alternativo alla chiusura per Orcenico, si potrebbe arrivare ad un accordo su mobilità, incentivi ecc. Si potrebbe attivare la cassa in deroga dando respiro ai lavoratori. Oppure nulla di tutto questo. Il fallimento dell’ultima chance otterrebbe risposte dure da parte dei lavoratori e del sindacato, e un percorso irto di tanti ostacoli per Ideal Standard che si troverebbe con 399 impugnazioni di licenziamento, impegnata in cause legali di varia natura, senza stabilimento di Orcenico, perchè verrebbe occupato...

L’opportunità per chiudere in maniera costruttiva questa vertenza oggi c’è. Vedremo chi saprà o vorrà coglierla.

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