I “surisins” tornano a far sognare

Gemona, appuntamento stasera in centro città con il tradizionale spettacolo dei topini infuocati
GEMONA. Appuntamento stasera con i “surisins” in centro a Gemona, dove la tradizione dei topini incendiati tornerà a far sognare grandi e piccoli. Ripresa l’anno scorso grazie alla collaborazione con gli artificieri del celebre “Volo della Colombina” di Firenze, la tradizione dei surisins propone a settembre un’occasione per i gemonesi e non solo di ritrovarsi nel centro della cittadina in via Caneva, per lasciarsi stupire dai “topini” che corrono infuocati dallo spigolo di casa Canndusso in via Caneva a quello di casa Beltrame in piazza Garibaldi.


Lo spettacolo pirotecnico, legato a una vecchia tradizione gemonese ripristinata dal Comitato borghi del centro storico, è in programma a partire dalle 21: Il “surisin” è composto da un tubo in cartone o simile contenente in due camere distinte la polvere, innescata da due micce (una per l’andata, l’altra per il ritorno). Viene appeso al cavo tramite due tondi di acciaio tali da non permettere la caduta del petardo stesso. Il petardo, a pieno carico, non supera il peso di mezzo chilo e viene acceso manualmente. Se da un punto di vista pratico, richiede un determinato sforzo organizzativo in termini di sicurezza e relative autorizzazioni, nell’immaginario collettivo gemonese, quella è una vecchia tradizione che ha radici nei primi del ’900: c’è chi dice che abbia anche un fine propiziatorio nell’interpretare un esito positivo oppure negativo dell’andata e del ritorno del surisin (di fatto non sempre la corsa va a buon fine completamente), ma al momento in paese sono ben poche le fonti ufficiali che testimoniano l’esatto significato del “surisin”. In base a un ricerca fatta alcuni anni fa da Maria Copetti, si scoprì che si tratta probabilmente di una tradizione proveniente dalla Campania, portata a Gemona da un certo Di Filippo che si trasferì nella cittadina verso le fine del 1800. Sembra che quei topini che corrono su un cavo d’acciaio inizialmente fossero detti “correntini”, ma in seguito dopo che la comunità di Borgo del ponte in San Rocco se ne appropriò diventarono i più friulani “surisins”. Probabilmente oggi i “surisins” hanno già più di un secolo di storia a Gemona, nel corso del quale solo le nuove normative in termini di sicurezza intervenute nei primi anni 2000 hanno impedito più di qualche edizione negli scorsi anni, ma con pazienza è stato possibile risolvere anche i nuovi lacci burocratici pur di salvare una tradizione.


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