I soci del “Vecchio Venerando” trovano un fossile unico al mondo

PONTEBBA. È stato battezzato “Stilpnocephalus pontebbanus”, il primo esemplare al mondo appartenente alla specie dei “limuli xisofori” trovato dall’associazione naturalistica friulana di Tarcento. La scoperta, di valenza mondiale, è stata effettuata circa un anno fa nella zona di Pontebba ma solo ora, dopo che sono state portate a termine tutte le procedure di verifica e di pubblicazione scientifica, può essere resa pubblica.
«L’esemplare – spiega il presidente Giordano Marsiglio, conosciuto in tutto il Friuli come il “Vecchio Venerando”, custode del pignarul di Tarcento da 25 anni – è stato trovato da una ragazza che fa parte del gruppo dei nostri soci nell’autunno dell’anno scorso mentre stavamo facendo una visita nella zona di Pontebba, su un torrente, a circa 700 metri dal centro del paese. È un limulo largo 9 centimetri ma a differenza di tutti quelli che sono stati ritrovati fino a ora, è privo di occhi e di spine.
Al momento non ci sono ritrovamenti simili al mondo». Il limulo è un artropode chelicerato e, nonostante l’aspetto corazzato, è imparentato più con ragni, zecche e scorpioni che con i granchi. Può raggiungere una grandezza di 60 centimetri ed è associato a specie fossili vissute fino a 400 milioni di anni fa. Attualmente, esistono cinque specie al mondo: quattro sono localizzate nell’oceano Indiano e una nell’Atlantico.
Quello ritrovato dall’associazione tarcentina si distingue da tutti i ritrovamenti effettuati finora perché non ha occhi e neppure spine. Una volta ritrovato, il direttivo dell’associazione, assieme al museo di storia naturale di Udine, ha provveduto a contattare il professore Paul Selden del dipartimento di geologia dell’Università del Kansas. Selden è giunto in Friuli negli scorsi mesi per visionare il ritrovamento (che in base alle leggi è di proprietà dello Stato italiano) e, dopo aver effettuato tutte le rilevazioni, successivamente in America ha proceduto a realizzare uno studio scientifico per attestare la veridicità del ritrovamento.
Trattandosi di una scoperta importante, è stato chiesto al sodalizio tarcentino di decidere un nome, e così si è scelto “Pontebbanus”, dal nome del luogo in cui è stato trovato. Ora, la scoperta è stata pubblicata nelle riviste americane e italiane di settore rendendola così ufficiale nel mondo scientifico. «Saranno realizzati – spiega Marsiglio – ulteriori approfondimenti: si può ipotizzare che l’esemplare, essendo privo di occhi, vivesse infossato o comunque al buio.
La mancanza di spine fa pensare che ancora non avesse predatori da affrontare visto che queste ultime si sviluppano per difendersi. Ora si trova nel nostro museo a Tarcento e non possiamo rivelare altro senza il via libera della Sovrintendenza. Presenteremo la scoperta a Pontebba a novembre».
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