I saldi partono sottotono «Come un sabato normale»

È stata una partenza piuttosto blanda quella dei saldi estivi, con negozi di Udine e centri commerciali dell’hinterland che non sono stati presi d’assalto come capitava negli ultimi anni. Forse anche a causa della decisione di anticipare di una settimana la data di avvio, decisione ufficializzata solo venerdì dalla giunta regionale.
In pochi mesi la partenza dei saldi estivi è stata cambiata due volte: inizialmente dal primo luglio al primo agosto a causa dell’emergenza coronavirus, poi dal primo agosto al 25 luglio su richiesta delle imprese del settore, messe in grande difficoltà dal periodo di lockdown. Per ora, però, la scelta pare non aver pagato fino in fondo, con i punti vendita che hanno registrato un’affluenza pari a quella di un fine settimana qualunque.
A tentare di spiegare la ragione è Cristina Arteni, che grazie ai negozi gestiti dal gruppo Arteni, ha il polso della situazione non solo in centro ma anche nell’hinterland udinese. «Per fare un primo bilancio aspetterei almeno una settimana – chiarisce –. Certo che questa prima giornata di saldi non può minimamente essere paragonata a quelle degli anni scorsi. Le cause possono essere molteplici: con le belle giornate di sole, nei fine settimane, le persone preferiscono andare al mare, senza dimenticare che non tutti, evidentemente, sono stati informati dell’anticipo al 25 luglio. È probabile che in molti siano rimasti fermi al primo agosto. In negozio la coda c’è, ma non è quella dei saldi. Aspettiamo di capire come andranno i prossimi giorni prima di dare un giudizio», chiude Arteni.
Ciò che è certo è che non c’è stata quella corsa all’affare a cui si assisteva, nel recente passato, al momento dell’avvio dei saldi. Il vicepresidente di Confcommercio Udine, Fabio Passon, vuole comunque vedere il bicchiere mezzo pieno. «Il centro città è vivo, e le presenze non mancano – dice –. Certo, il momento che stiamo attraversando è particolare, soprattutto dal punto di vista economico, quindi le aspettative sui saldi, quest’anno, non sono quelle delle passate stagioni. Rappresentano comunque – evidenzia – un momento importante per gli addetti ai lavori per recuperare un po’ di quanto perso durante il lockdown, cercando anche di smaltire le scorte. Le svendite costituiscono un’occasione non solo per i commercianti ma anche per gli acquirenti a caccia dei prezzi ribassati». Anche Passon preferisce aspettare qualche settimana prima di esprimersi in maniera netta sull’andamento dei saldi. «Sono certo che la formula delle svendite potrà servire agli addetti ai lavori per tappare un po’ l’emorragia di questi mesi causata dall’emergenza coronavirus».
Facendo due passi lungo il centro di Udine, le persone con più di una borsa tra le mani sono davvero poche. La maggior parte dei clienti si accontenta di un solo acquisto. «Il budget a disposizione per queste svendite oscilla tra i 150 e i 200 euro – commenta un ragazzo sotto i portici di via Rialto –. Lo so non è molto, ma in questo momento non posso permettermi di più». Pochi anche gli stranieri arrivati a Udine, e non solo in centro ma anche nei centri commerciali alle porte di Udine, Terminal Nord e Città Fiera. Anche qui l’affluenza è stata quella di un normale fine settimana, con i saldi che, per ora, non hanno inciso più di tanto. «C’è tutto il tempo per recuperare – continua Passon – visto che il periodo dei saldi proseguirà fino all’autunno».
L’ufficialità sull’anticipo delle svendite al 25 luglio è arrivato solo nella giornata di venerdì e nonostante fosse già nell’aria da qualche giorno, ha costretto molti operatori a decorare le vetrine nel giro di poche ore. Nonostante l’“inghippo”, ieri i negozi sono riusciti a presentarsi nella loro forma migliore, con gli annunci degli sconti in bella vista. «Bisogna stare attenti a chi espone merce con ribassi del 60-70% – assicura una donna a passeggio in via Mercatovecchio – quindi, per quanto mi riguarda evito i negozi che propongono sconti troppo alti». Una delle poche ragazze che incontriamo in via Cavour con tre borse in mano la pensa diversamente: «Ho notato meno gente del previsto in centro, immaginavo ci fosse più ressa. Sono riuscita a trovare quello che cercavo e a fare dei buoni affari. Inizio sempre dai negozi con gli sconti più alti per passare poi a quelli meno “generosi”». —
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