I romeno ortodossi: no a due culti in via Tomadini

«No a due culti nella chiesa ortodossa di via Tomadini». A parlare è padre Sorin Iustinian Deac, a capo della parrocchia ortodossa romena di San Basilio il grande. Lo stop arriva dopo l’appello della...

«No a due culti nella chiesa ortodossa di via Tomadini». A parlare è padre Sorin Iustinian Deac, a capo della parrocchia ortodossa romena di San Basilio il grande.

Lo stop arriva dopo l’appello della comunità ortodossa russa che, alla fine del mese, sarà sfrattata dalla chiesetta di San Vincenzo dei padri Lazzariti in via Marangoni. «Accogliamo tutti nella nostra parrocchia – continua padre Iustinian –, ma noi romeni per primi nel 1998 siamo arrivati in città e abbiamo pazientato per trovare un luogo adatto. Purtroppo non è semplice, ma in tutta Italia esistono realtà che si sono sapute adattare con grande dignità: per officiare la messa è stato utilizzato persino un garage».

Una comunità, quella romena, che in provincia di Udine conta oltre 8mila presenze. «Tutti hanno dato una mano per fare crescere la nostra parrocchia – aggiunge padre Iustinian –, abbiamo ottimi rapporti anche con la comunità russo ortodossa, ecco perché invito quei fedeli alle nostre funzioni. Una soluzione di ripiego fino a quando troveranno un altro locale che li possa ospitare. Abbiamo sempre accolto tutti: da noi vengono anche greci, albanesi». Da 10 anni la chiesa russo ortodossa è presente in città. Ma ora, con la partenza di padre Vittorino per una missione in Madagascar, viene meno l’ospitalità nella cappella della Casa della missione dei padri Lazzariti di via Marangoni. E della questione si è interessato anche il Primo segretario dell’ambasciata russa, Oleg Ossipov, che ha preso in mano carta e penna per chiedere aiuto all’arcivescovo di Udine, Andrea Bruno Mazzocato: «La chiesa ortodossa di Mosca ha provveduto all’invio di un religioso, padre Vladimir, che con gli scarsi mezzi a disposizione cerca di mantenere vivo tale senso di fede – scrive il diplomatico –. A nome di padre Vladimir e di tutta la comunità ortodossa cittadina, chiedo a lei eccellenza se esiste la possibilità di poter trovare assieme una collocazione per le esigenze dei fedeli. Una chiesa, o una condivisione di spazi religiosi, magari poco sfruttati, potrebbe essere una soluzione che non dà disturbo alla sensibilità di nessuno. Mi spingo a ritenere che un giusto raggiungimento dell’obiettivo non possa che essere di incentivo per altre città a prendere questa realtà udinese come esempio per un cammino di pace e condivisione religiosa tanto utile in questi momenti di incertezza a livello sociale».

Michela Zanutto

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto