I proprietari dell’Altopiano: giù le mani dal Montasio

CHIUSAFORTE. Sono i legittimi proprietari dell’Altopiano del Montasio, ma spesso sono messi in secondo piano da chi quella zona la gestisce (gli allevatori) e da chi vorrebbe tornarne in possesso (il Comune di Chiusaforte). I Tenutari Stazioni Taurine sono un’associazione che dal 1935 è entrata in possesso dell’Altopiano, acquistandolo dal Comune di Chiusaforte, indebitatosi dopo la Grande Guerra.
In questi decenni hanno messo a disposizione la malga agli allevatori, e hanno respinto più volte il tentativo dell’amministrazione comunale, specialmente negli anni ’60 e ’70, di tornare in possesso dell’area. Ora però sta tornando a tirare una brutta aria per i Tenutari, e il loro presidente, Fiorino Finos, non intende accettare inerme le tante voci che si stanno diffondendo a macchia d’olio. «Non abbiamo alcuna intenzione di mettere in vendita l’Altopiano o di avviare speculazioni in quell’area. E’ ora di finirla. Allevatori e Comune di Chiusaforte devono mettersi il cuore in pace: i proprietari dell’Altopiano sono i soci dell’associazione Tenutari Stazioni Taurine, che non hanno intenzione di cedere la mano. Anzi – precisa Finos – vogliamo valorizzare le nostre proprietà ed investire per migliorarle ulteriormente a fini turistici, e per questo trasformeremo l’associazione in una società di capitali. E’ giusto che chi investe possa trarne anche dei benefici economici».
Finos non è tipo da accettare le imposizioni altrui, e forse anche per questo, non ama sentir parlare del bisogno di dar vita ad una fondazione per la gestione del Montasio. «Chi dice che sia questa la strada giusta? La malga, in questi decenni, ha saputo crescere e sopravvivere senza intromissioni esterne». Fatica a comprendere, Finos, anche le dichiarazioni polemiche dell’associazione allevatori e del sindaco di Chiusaforte, oltre che quelle di Legambiente. «Al Comune – spiega – abbiamo sempre dato quello che chiedeva, come nel caso del Volo di Icaro, concedendo un diritto di superficie per evitare che l’amministrazione perdesse in contributo regionale. Per quanto riguarda Legambiente, vorrei sapere dov’erano questi ambientalisti quando lottavamo per sistemare la malga e la sua strada dopo una delle tante ondate di maltempo. Si preoccupano solo oggi del Montasio?».
I Tenutari hanno messo mano più volte alla malga, sistemando la strada di accesso e gli immobili dopo le intemperie. Nella zona ci sono una decina di edifici ancora in piedi, e altrettanti in condizioni precarie, distribuite su una superficie di 15 mila metri quadri. Un patrimonio che per metà è dato in gestione all’associazione degli allevatori del Fvg, con cui i rapporti, spesso, sono stati tesi. «In più occasioni – afferma Finos – hanno portato avanti le nostre proposte, tenendo per loro i risultati».
Finos è diventato presidente dei Tenutari da cinque anni e da allora molte cose sono cambiate nel rapporto con gli allevatori. Il contratto di affitto dell’Altopiano è passato da 13 a 30 mila euro, ed è stato costituito un Consorzio malghe Montasio, formato per il 50% dai Tenutari, per il restante 50% dagli allevatori, che di fatto ha preso in gestione la malga per trent’anni, subaffittandola poi agli allevatori. «In questo modo – ha precisato Finos – siamo riusciti nell’intento di sistemare i bilanci dei Tenutari, di assicurare una gestione trentennale della malga e di avviare una direzione imprenditoriale dell’Altopiano attraverso il Consorzio. Per noi – conclude – il Montasio è un bene privato ad uso pubblico, che continueremo, considerandolo tale, a tutelare».
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