I pronto soccorso di Sacile e Maniago e parte di ortopedia gestiti dai privati

Le prestazioni mediche dei punti di primo intervento di Sacile e Maniago e l’ambulatorio ortopedico “fast track” dell’ospedale di Pordenone saranno esternalizzate per i prossimi tre anni. I cittadini non avranno più a che fare con i medici della Aas5, ma con professionisti di società esterne che hanno vinto l’appalto. Si istituzionalizza così l’esternalizzazione in sanità.
È stata adottata nel 2017 una nuova organizzazione, già utilizzata in altre aziende sanitarie, per i punti di primo intervento degli ospedali di Sacile e Maniago. Niente più medici aziendali a visitare i pazienti, ma professionisti di una società cooperativa. Nel settembre dello scorso anno è stata indetta la gara per l’affidamento del servizio per la fascia compresa dalle 8 alle 20. L’appalto è stato affidato a un privato. Alla scadenza del contratto, la Aas5 a fronte del persistere della mancanza di personale medico, ha deciso di prorogarlo sino al 30 giugno scorso. Per Sacile era stato previsto anche l’inserimento di una seconda unità «per garantire la presenza a bordo dell’ambulanza nei casi di codici giallo e rosso e di assicurare collaborazione alla Struttura intermedia polifunzionale». Il contratto è stato prorogato al 31 dicembre.
Mancano medici ortopedici e di chirurgia della mano tanto che l’Aas, a partire da luglio, ha affidato ad una cooperativa esterna la copertura dei turni di presenza medica all’ambulatorio per il “fast track” ortopedico traumatologico e di chirurgia della mano, strutturato nelle 24 ore: sono medici che trattano i codici bianchi e verdi. Il contratto è stato stipulato sino al 31 dicembre. Non si tratta di ortopedici, ma di medici che hanno trattato patologie ortopediche, selezionati dai primari dei reparti di ortopedia e chirurgia della mano.
Mancano medici e la Aas 5 afferma che «malgrado le iniziative nel frattempo adottate (procedure di reclutamento di personale dipendente sia a tempo indeterminato sia determinato, attivazione di convenzioni con altre aziende del servizio sanitario), permane la situazione di grave criticità nel reperimento di dirigenti medici di pronto soccorso e medicina d’urgenza e la necessità di continuare ad assicurare le attività di “fast track”». La Direzione sanitaria sostiene la necessità di proseguire con l’esternalizzazione di questi servizi per un periodo indicativo di 3 anni. Nel frattempo si è deciso di proseguire con il contratto (la stessa cooperativa fornisce ambedue i servizi) fino al 30 giugno prossimo, periodo necessario per l’avvio e la conclusione della gara. È stato rinegoziato il contratto e portato il costo da 51 a 50 euro all’ora. La Aas 5 si è riservata la possibilità di recedere dal contratto se la gara si conclude prima o se fossero individuati nuovi modelli organizzativi. Per il 2018 la spesa è di 183 mila euro, per il 2019 di 543 mila euro.
Non è una novità che manchino medici di pronto soccorso e di medicina d’urgenza. Sono troppo pochi gli specializzati che escono dalle scuole rispetto alle necessità. A Pordenone ormai da tempo i concorsi per questo tipo di medici non riescono a coprire tutta la domanda. L’ultimo bandito dalla Aas5 si è chiuso il primo ottobre: otto i medici cercati a tempo indeterminato, 4 quelli che hanno proposto domanda. E bisognerà vedere quanti poi effettivamente si presenteranno alla selezione. È andata meglio per il concorso per ortopedici, anche in questo caso a tempo indeterminato: per i 4 posti disponibili ci sono 10 aspiranti. —
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