I posti letto Covid nella Rsa al Gervasutta sono tutti occupati, allestito una nuova area nella palestra

UDINE. Il dicembre “giallo” prima delle festività natalizie si fa sentire nelle strutture sanitarie che a fatica riescono ad assorbire nuovi pazienti contagiati dal coronavirus. All’Istituto di Medicina fisica e riabilitazione Gervasutta sono stati attivati posti letto per positivi anche nella palestra interna alla Rsa Covid del piano terra (che accoglie 24 pazienti): spazi per quattro persone già predisposti e tenuti pronti per l’emergenza che, per la prima volta, si è verificata nei giorni scorsi.
Una situazione transitoria che è rientrata ieri, quando i pazienti aggiuntivi, sistemati a inizio settimana nella palestra (già da tempo sgombrata degli attrezzi utilizzati per la riabilitazione) del nuovo padiglione, sono stati riassorbiti in reparto. «Cerchiamo sempre di avere un piano B – spiega il direttore medico del Gervasutta, Luca Lattuada – e la palestra all’interno del reparto era già stata allestita con 4 postazioni con l’ossigeno e il campanello di emergenza wi-fi nel caso si fosse verificata un’improvvisa criticità». Lunedì, dunque, si è reso necessario l’utilizzo dell’area, che non era mai servita prima di allora.
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Il presidio sanitario al piano terra è diventato Rsa Covid (dove comunque i fisioterapisti intervengono per la riabilitazione respiratoria e motoria degli arti) e «accoglie in media 3 pazienti ogni due giorni». Il primo e il secondo piano, invece, sono riservati alla degenza e alla riabilitazione di pazienti non positivi al virus. L’attività riabilitativa, in questo momento di emergenza sanitaria, è stata inevitabilmente ridotta. «Il personale non può essere aumentato – continua Lattuada – e, concettualmente, la riabilitazione viene dopo la cura. Per cui si dà la priorità a quest’ultima. Questo, per tutta la sanità, rappresenta un grande problema: si lasciano in attesa molti pazienti non Covid, anche se si garantiscono urgenze e interventi oncologici. Il personale sta facendo un lavoro egregio – conclude il direttore – anche perché la popolazione positiva è di oltre 11 volte quella della prima fase. E, con i contagiati, cresce anche il numero dei morti».
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Sull’attivazione dei posti letto nella palestra è intervenuta la consigliera regionale di Cittadini Simona Liguori. «Capiamo bene che nell’emergenza ci si possa trovare a fare i conti con situazioni impreviste e spazi mancanti – sottolinea in una nota –, ma la notizia del trasferimento in una palestra interna del reparto adibito a Rsa Covid di alcuni pazienti positivi, inevitabilmente, ci preoccupa. E il fatto che non si sia trattato di una scelta improvvisata non può certo rassicurare le famiglie.
Pur trattandosi di aree interne al reparto – chiarisce –, contiamo sul fatto che la direzione trovi al più presto una soluzione per evitare disagi ai pazienti e al personale sanitario». Proprio per non gravare sulle strutture sanitarie, la consigliera aveva presentato una interrogazione in Regione per chiedere il potenziamento dell’assistenza domiciliare delle Usca, anche a Udine: «Più precocemente vi è la presa in carico delle persone positive – conclude – meno ricoveri si renderanno necessari».
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