I nodi da sciogliere: sempre più pacchi e impegni da onorare

Le accuse fioccano, ma i vertici di Poste italiane preferiscono lavare i panni in casa confrontandosi direttamente con i sindaci “ribelli”, martedì, a Pordenone. Lo hanno fatto anche lo scorso ottobre quando l’azienda si è impegnata a non chiudere alcun ufficio postale nei comuni con meno di 5 mila abitanti e a istituire nella sede centrale un ufficio dedicato ai piccoli comuni dove tutti possono trovare risposte.
Ma non è ancora tutto perché, a inizio anno, sempre Poste italiane nell’illustrare il cambiamento delle abitudini dei friulani che, come nel resto d’Italia, prediligono gli acquisti online, ha fatto notare che l’e-commerce produce un maggior numero di pacchi da consegnare e un calo della corrispondenza tradizionale. Ma andiamo con ordine.
Gli impegni assunti
Poste italiane, azienda partecipata dal Ministero del tesoro, ha garantito i servizi dei portalettere a domicilio, il wifi gratuito negli uffici postali, il rafforzamento del presidio dei comuni turistici, nuovi investimenti nella videosorveglianza all’interno e all’esterno degli uffici postali, l’abbattimento delle barriere architettoniche e l’installazione degli Atm per il prelievo automatico di denaro.
L’elenco degli impegni già assunti con i piccoli comuni è lungo. È composto da una decina di punti che prevedono anche servizi di pagamento e pos gratuiti, programmi di educazione finanziaria e digitale, l’allestimento di Punti per dare la possibilità ai cittadini di ritirare e spedire i pacchi, di pagare le bollette e di inviare i resi per l’e-commerce. Va detto che alcuni Bancoposta sono stati installati anche in Friuli.
Le consegne
Torniamo alle proteste alle quali, anche in passato, Poste italiane ha risposto illustrando l’andamento delle consegne. Un dato per tutti: i postini consegnano, mediamente, in Friuli 2.300 pacchi al giorno, e nel 2019 il volume di questo particolare tipo di corrispondenza è cresciuto dell’83,2 per cento rispetto all’anno prima. Un fenomeno sempre più radicato, che ha spinto le Poste a rimodulare i propri servizi, fornendo nuove risposte agli utenti che utilizzano le piattaforme di e-commerce.
Da qui la scelta di consegnare ai postini i computer palmari (266 in tutta la provincia) per consentire all’utenza di effettuare a domicilio il pagamento dei bollettini, le ricariche Poste Pay e l’invio di raccomandate.
L’aumento dei pacchi
In Italia dal 2013 al 2018 il volume dei pacchi e-commerce è aumentato del 56 per cento, a fronte di un inarrestabile calo della corrispondenza tradizionale (-50 per cento) rilevato nell’ultimo decennio. Il fenomeno è consolidato anche in Friuli Venezia Giulia.
I comuni della provincia di Udine, a esempio, stanno svolgendo ruoli da protagonista. Se nei primi nove mesi dello scorso anno, a livello nazionale, il numero e quindi le consegne sono cresciute del 32 per cento (il dato è confrontato con quello registrato negli stessi mesi del 2018), il recapito udinese ha fatto registrare una performance straordinaria dell’82,3 per cento. Un fatto che ha favorito la sottoscrizione degli accordi con i tabaccai.
La corrispondenza
Prediamo a esempio sempre la provincia di Udine. Qui ogni giorno i cittadini inviano mediamente 7.500 raccomandate, mentre i chili di posta ordinaria smistati si aggirano attorno ai 6.500 unità. In pista ci sono 330 portalettere, di questi 54 sono stati assunti con contratto a tempo indeterminato lo scorso anno. Tutti si muovono nelle 270 zone di consegna distribuite sul territorio provinciale, che conta 195 mila numeri civici da servire.
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