I neonati non sono una priorità: bufera su Govetto

«Negare la socialità ai bambini di quella fascia d’età è già abbastanza grave, negare addirittura che esista socialità in quella fascia d’età è scientificamente errato, umanamente arido e pedagogicamente aberrante». Giovanna Di Gallo è una cittadina, una mamma (di due figli, di 4 e 2 anni) e componente della commissione nidi del comune di Udine. Ieri, leggendo il nostro quotidiano, si è soffermata sulle parole di Giovanni Govetto, il consigliere delegato in materia di Politiche familiari. L’amministratore comunale «auspicando una soluzione anche per i bambini da 0 a 3 anni», affermava di non considerare una priorità quella fascia d’età in cui non è possibile parlare di «socialità».
«È, purtroppo, la conferma di un’impressione che noi genitori abbiamo da tempo – scrive in una lettera –. Le sagre sono salve, le piscine sono aperte, presto anche i cinema, i bambini si possono incontrare al parco, ma i nidi non sono tra i servizi essenziali da riaprire: non credo sia un problema di protocolli, manca il desiderio di colmare il vuoto che i mesi di chiusura hanno lasciato a tutti, ai più piccoli in particolare”.
Il Progetto Pedagogico dei nidi d’infanzia del Comune di Udine, cita la donna «si fonda sull’offerta ai bambini di: sostegno all’integrità psicofisica e benessere del bambino; opportunità a sostegno della socialità e della comprensione dei ruoli nei propri contesti di vita e dei compagni; opportunità a sostegno della capacità del bambino di appropriarsi cognitivamente del proprio contesto di vita, (…). Quindi, prosegue, «mi aspetto che ci sia adesione tra i valori espressi e le azioni dagli amministratori».
«Non entro nel merito dello sforzo della giunta per la riapertura dei servizi per la fascia 3/6 anni, concretizzatosi in 45 posti in tutta Udine nei centri estivi, prenotabili con un “click morning”, che difficilmente possono essere considerati il massimo che si potesse fare – continua la mamma –. Potenziare i congedi parentali, elargire bonus babysitter, ma solo ad alcuni, come auspica Govetto, oppure trovare altre “soluzioni” per i figli per consentire ai genitori di riprendere a lavorare sarebbe utile, ma non può essere il cardine delle riflessioni sulle riaperture: dipingere i nidi come un «ripiego» nuoce a tutte le parti sociali coinvolte, famiglie innanzitutto».
Il Comune, intanto, riferisce di essere «al lavoro per garantire un servizio ai bambini della fascia 0 – 3 anni», Di Gallo, però, non è così ottimista. «Temo non arriverà la comunicazione che i servizi riprenderanno la prossima settimana – conclude –; mi spaventa che cosa accadrà in autunno se il pensiero è che i servizi educativi possano essere sostituiti dalle babysitter: mi aspetto delle scuse alle persone che lavorano con professionalità e impegno nei nidi della città e che hanno a cuore il benessere dei bambini».
Giovanni Govetto, nel pomeriggio di ieri, ha ulteriormente spiegato le sue considerazioni: «Ci sono diverse fasce d’età, tutte con peculiarità diverse, e l’amministrazione comunale è preoccupata di rispondere a tutti. Evidentemente ognuno deve avere una risposta adeguata: ci sono delle priorità e questo fa parte del fatto che c’è un programma di azione». –
M. T.
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