I militari svelano dati segreti facendo jogging

Il problema riguarda anche la base militare di Aviano: il“fit bit”, dispositivo al polso e al braccio degli sportivi, registra le prestazioni della corsa ma trasmette anche la posizione geolocalizzata del corridore
24 May 2012 --- Young woman running --- Image by © Jens Nieth/Corbis
24 May 2012 --- Young woman running --- Image by © Jens Nieth/Corbis

AVIANO. Verrebbe da dire che il diavolo fa le pentole, ma non i coperchi. Già perché mentre da un lato si favorisce l’attività fisica dei militari per tenersi pronti e operativi, dall’altro l’attività sportiva potrebbe favorire la conoscenza di elementi sensibili, tenuti top secret.

Tutta colpa del “fit bit”, dispositivo al polso e al braccio degli sportivi, che registrano le prestazioni. Sono informazioni che, oltre a essere comunicate all’interessato, possono essere partecipate con altre persone in tutto il mondo che condividono la passione sportiva attraverso il social network Strava, che conta 27 milioni di utenti in tutto il mondo.

Tra loro anche i militari statunitensi che fanno attività sportiva nelle basi di assegnazione, spesso segrete come quelle che si trovano in Medio Oriente.

Per le attività viene redatta una Heat Map, realizzata con la localizzazione del Gps Strava: le informazioni satellitari vengono utilizzate per tracciare gli allenamenti, fornendo un percorso.

E se per l’uomo d’affari o la casalinga con la passione del fitness questo non comporta nulla, per i militari, soprattutto quelli in missione, la questione potrebbe prendere tutt’altra piega.

I loro profili, con l’indicazione dei percorsi, molto possono dire su dove si trovino e sulle caratteristiche dell’installazione militare in cui lavorano e si allenano. Dati importanti per le strutture militari nascoste, che non risultano in nessuna carta, nelle zone di guerra. Le mappe di corsa o di bicicletta, infatti, possono fornire informazioni “al nemico”.

Non una falla del sistema, che funziona benissimo, ma un “effetto collaterale” non considerato se non si stabiliscono particolari informazioni sulla privacy.

Anche alcuni militari del 31° Fighter Wing di Aviano sono registrati a Strava e attraverso le mappe della loro attività si possono scoprire immagini dell’aeroporto “Pagliano e Gori”. Basta indicare Aviano sul motore di ricerca e selezionare i nomi stranieri. Tra le loro performance si possono individuare dei percorsi fatti dentro ai confini del 31° Fighter Wing: è sufficiente selezionare la funzione di immagini satellitari e la visuale è garantita.

Niente di segreto, le immagini si possono cercare su una mappa satellitare, ma sono informazioni che possono fornire spunti per conoscere nomi e abitudini. Vengono fornite notizie anche su coloro che si esercitano al di fuori dei confini dell’aeroporto.

Dopo che l’effetto collaterale è stato reso noto, con la pubblicazione di una mappa mondiale del fitness, il social network ha ricordato ai propri utenti che esistono opzioni di privacy che possono essere utilizzate per rendere anonima identità e percorsi, garantendo la massima sicurezza, e offerto la propria collaborazione ai vertici militari.

Il quotidiano “Repubblica” ha chiesto al ministero della Difesa se l’Italia abbia protocolli sull’uso da parte dei militari di strumenti che permettano la geolocalizzazione e se per il futuro siano previste azioni specifiche, alla luce di quanto emerso in questi giorni. Inoltre ha chiesto di poter interrogare i responsabili di Corpi che operano all’estero e con quello dell’aeroporto di Aviano, che è storicamente italiano anche se la Base Usaf è ad uso del 31° Fighter Wind, perché anche in questa struttura come tutte le altre c’è un’intensa attività sportiva registrata dal social network. Non è arrivata nessuna risposta nel merito, ma si precisa che la posizione di tutti gli insediamenti in cui operano i contingenti militari nazionali all’estero è pubblica perché comunicata al parlamento e ai governi locali.

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