I folpi cordenonesi: in una tesi di laurea il lancio del marchio

L’idea di Marco Tescari, 25 anni, specializzato in comunicazione «Mi sono messo nei panni di un grafico che vende il prodotto»

CORDENONS. Alla fine della seconda guerra mondiale, non appena il boom economico ha permesso a tutti di comprare scarpe, sono stati gettati via o persi in qualche soffitta. Ora i “socui folpi”, ovvero gli zoccoli della tradizione contadina tipicamente cordenonesi, sono diventati i protagonisti di un catalogo pubblicitario che rievoca le suggestioni del territorio e della cultura locale abbinato, per la promozione del prodotto, ai moderni strumenti della grafica e dei social network.

È questo uno studio progettuale firmato dal Marco Tescari, 25 anni, cordenonese, all’interno della sua tesi di laurea “Luce al Naon” discussa al termine del biennio di specializzazione all’Istituto superiore per le industrie artistiche (Isia) di Urbino. È composta da tre volumi, una parte storica con l’iter progettuale di realizzazione degli zoccoli, un giornale in cui sono stati ripubblicati articoli storici su Cordenons e per l’appunto il progetto promozionale dei “socui folpi”, che è una sorta di “revival” di questo vecchio calzare contadino cordenonese in chiave moderna.

Dopo la laurea triennale in Scienze della comunicazione conseguita all’Istituto universitario salesiano Venezia (Iusve) di Mestre, a marzo Tescari ha ottenuto anche il diploma accademico di secondo livello in comunicazione, design ed editoria a Urbino e si è trasferito a Milano in cerca di lavoro.

Per scrivere la tesi si è messo nei panni di un grafico chiamato a valorizzare la cultura locale, proponendola in una veste moderna e giovanile, capace di catturare anche le nuove generazioni. Nel farlo ha scelto proprio gli zoccoli un tempo utilizzati a Cordenons, per costruire attorno una campagna pubblicitaria, con tanto di modella d’eccezione chiamata ad indossarli davanti alla macchina fotografica, ovvero la sorella Martina, 28 anni, laureata in lettere e filosofia a Ca’ Foscari anche lei con una tesi su Cordenons.

Marco Tescari è partito da un attento lavoro di ricerca, a cominciare dal bar più antico di Cordenons, il “Vivian” aperto a San Giacomo nel 1892. Il titolare, Herman Bidinost, vi conserva numerose testimonianze della storia della città. «Ho consultato inoltre – dice Tescari – anche gli archivi del collezionista Gino Argentin e del Ciavedal, dove una grossa mano me l’ha data Rino Cozzarin e a partire da alcune foto ho realizzato il progetto dello zoccolo folpo, molto simile a quello originale. Per la mia tesi utile è stato anche il materiale storico fotografico postato sul gruppo Facebook “Sei di Cordenons se” e la collaborazione con il Circolo fotografico cordenonese». Solo a tesi ultimata, Testori ha scoperto che dei “socui folpi” esiste ancora un modello originale, gelosamente conservato da un privato. Per realizzare il servizio fotografico ha quindi fatto di necessità virtù e si è improvvisato falegname, riproducendo un paio di “socui folpi” sulla base di vecchie foto.

«Nel farlo, ho seguito le indicazioni di mio nonno – conclude – e dello stesso Cozzarin». La sua tesi di laurea ha ricevuto un riconoscimento (assieme a quella della sorella) da parte del Ciavedal e farà parte della biblioteca della Filologica friulana.

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