I fiumi in piena fanno paura, non sfidiamo la Natura

Il Veneto è in ginocchio. In Friuli va un po’ meglio, ma la vigilanza resta alta. Fiumi in piena, ordini di evacuazione e contrordini, le autorità non sanno cosa comandare, la gente non sa a cosa obbedire. Si respira la paura.
Ma bisogna dire che la paura qui è sempre latente: molti fiumi, per grandi tratti, sono “pensili”, e chi non ha vissuto, lavorato o studiato sotto un fiume “pensile”, non sa cos’è la paura.
Io ci ho vissuto per anni e anni. Ho fatto il ginnasio e il liceo a Legnago, appena fuori della provincia di Padova, appena cominciata la provincia di Verona: l’Adige passa, limaccioso e lento, a dividere Legnago da Porto, dove sono le Officine Riello, e lì è pensile, cioè il letto del fiume è più alto del pavimento delle città e delle case: il fiume non scorre sotto di te ma sopra di te, più alto della tua testa.
Per passare da una parte all’altra del fiume devi servirti di un ponte, e per arrivare al ponte devi inerpicarti per una salita ripida, spingendo a tutta forza sui pedali, o salire una rampa di scalini con la bici in spalla. Arrivato sul ponte, guardavo giù.
L’acqua era altissima, più alta delle finestre delle case. La mia scuola sembrava sepolta. Ecco cos’è un fiume ”pensile”. Quando un fiume pensile è in piena, sembra che non ce la faccia a passare sotto i ponti, ha troppa acqua, adesso ci sbatte addosso e se li porta via.
Ma fa paura anche perché da una parte e dall’altra del fiume, ai piedi degli argini, nella campagna circostante si formano dei piccoli geyser che spruzzano in alto, e guardandoli capisci che non tutta l’acqua ce la fa a raccogliersi nel fiume tra le sponde, una parte si spande sotto la superficie della terra e preme in sù, e quegli spruzzi che vedi sono i getti d’acqua incontenibili, che sfondano la pressione della terra e fuoriescono.
Non è bello vederli, non è pacificante. È pauroso. Perché pensi: “E se sfondano sotto i miei piedi? E se mi portano via? Sono in pericolo?” Vedo adesso che è stata emessa un’ordinanza, che invita gli abitanti che hanno casa nei paraggi dell’Adige a non recarsi al fiume, non andare a vedere lo spettacolo, ma a tenersi in salvo.
Capisco. Io non facevo altro che tener d’occhio l’auto, domandandomi se in caso di sfondamento avrei fatto in tempo a raggiungerla e partire a razzo. Un fiume in piena, come l’Adige, come il Po, ti fa capire che la Natura è onnipotente, e tu non sei niente. Non sfidarla.
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto