I dottori sono perplessi il Cap di Cormòns non parte
La struttura è pronta, ma i medici di medicina generale non siglano l’accordo con l’Aas Il centro per l’assistenza sanitaria doveva essere inaugurato lo scorso dicembre

Bumbaca Gorizia Ospedale di Cormons
CORMÒNS. Doveva essere «uno dei primi ad aprire». Il taglio del nastro, si era detto nel dicembre scorso, era «imminente». Ma il tempo è passato invano e del maxi-ambulatorio ancora non c’è traccia.
Cos’è successo? Burocrazia? Lavori non conclusi? Niente di tutto questo. Il Cap (Centro per l’assistenza primaria) non è stato ancora inaugurato perché c’è «una certa perplessità» da parte dei medici di medicina generale a partecipare a questa iniziativa. A fare il punto della situazione è il direttore generale dell’Azienda sanitaria Bassa Friulana-Isontina, Giovanni Pilati. «Come ho avuto modo di dichiarare anche di recente: dal punto di vista edilizio, non ci sono problemi. Gli interventi sul vecchio ospedale di Cormòns – annota il dg Giovanni Pilati – si sono già conclusi nel mese di ottobre 2016».
Questa è la prima certezza. I problemi, dunque, sono di altra natura. «Rispetto all’ultimo aggiornamento è cambiato poco: non siamo ancora riusciti a trovare un accordo operativo definitivo con i Medici di medicina generale. Non entro nel dettaglio, ma le trattative sono in corso».
Pilati lascia, comunque, spazio all’ottimismo. «Sono perplessi riguardo agli aspetti complessivi della riforma. Ad esempio, temono che lasciando il proprio ambulatorio e associandosi perdano il “treno” nel caso in cui i Cap non dovessero avere seguito».
Leggendo fra le righe, par di capire che i medici temono che, con le prossime elezioni regionali, vincano altre forze politiche che manderanno in soffitta i Cap. E non è facile abbandonare la vecchia via (i propri ambulatori) per imboccare la nuova (i Cap). Insomma, una situazione complicata che ha avuto come risultato concreto e tangibile la mancata apertura del maxi-ambulatorio di Cormòns che avrebbe dato risposte alla cittadinanza. Nella fattispecie, l’attività di assistenza primaria dei medici di medicina generale aderenti alla medicina di gruppo integrata diffusa denominata «Dottori dei Comuni» doveva essere articolata dal lunedì al venerdì nelle fasce orarie 9-13 e 15-19.
Era (ed è) prevista anche «attività ambulatoriale di medici specialisti convenzionati e ospedalieri – si legge in un decreto aziendale – delle branche specialistiche di cardiologia, fisiatria, ortopedia, otorinolaringoiatria e pneumologia; attività di continuità assistenziale effettuata dai medici convenzionati addetti a tale servizio; attività infermieristica prestata da personale dipendente: infermiere di comunità, servizio infermieristico domiciliare, attività di prelievo, ambulatorio iniettivo e di medicazioni, sanità d’iniziativa; attività svolta dal Dipartimento di prevenzione con personale dipendente per le prestazioni di vaccinazione». Quando? Chissà.
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto
Leggi anche
Video